In ogni azienda, tra le figure professionali, c’è il “selezionatore di CV”, che solitamente si occupa di valutare i curricula vitae individuando anche errori grossolani, che sono sicuramente da evitare. Un’indagine ha riscontrato quali sono gli errori più comuni nei CV che influenzano la scelta dei candidati, vediamoli assieme:
I selezionatori al massimo perdono 5 minuti per un curriculum e vanno avanti solo se catturano la loro attenzione. Emerge che i curriculum vitae migliori sono quelli che, fin da subito, rivelano un interesse per una determinata posizione.
L’età è un elemento fondamentale, soprattutto in Italia, mentre ad esempio negli Stati Uniti non è richiesta. Oltre ai titoli di studio, anche le esperienze extra sono importanti, ma solo per chi si affaccia per la prima volta nel mercato del lavoro, per chi invece non è un novellino queste stesse esperienze rischiano di diventare fuorvianti. Devono essere inserite solo le esperienze attinenti al lavoro richiesto.
L’errore più grosso riguarda la lunghezza: un curriculum deve contenere le informazioni necessarie per suscitare interesse, in modo tale da poter essere richiamati per il colloquio. Sì, ma come si ottiene questo? Al colpo d’occhio il curriculum deve essere chiaro: dati di riferimento, esperienze scolastiche ed esperienze lavorative.
Altro aspetto da non trascurare riguarda i social network. Curate la vostra immagine nei profili social, perché i selezionatori controllano anche questi. Il primo passo solitamente è digitare il nome dei candidati su google e dopo controllare LinkedIn e Facebook. L’immagine quindi assume il suo grado di selettività, attenzione a quelle pubbliche ma ovviamente anche a quella che inserite nel curriculum. Si prediligono i curricula con le immagini, perché il candidato offre il proprio volto, ma badate bene che sia un volto professionale e quindi niente immagini ritagliate o prese dai social network. È poco carino ritrovare la stessa immagine nei profili social ma in posizione e con persone diverse. È sintomo di poca serietà.
Il curriculum deve essere più mirato possibile, magari con accenni ad altre esperienze che possono essere raccontate nel colloquio, non deve contenere informazioni troppo intime e nemmeno così generali da non poter trarre un profilo del candidato. E la lettera di motivazione? Da inserire anche se non è esplicitamente richiesta perché è bene esprimere con decisione cosa si vuole realizzare e perché proprio voi siete le persone giuste per quel posto di lavoro. Quando non viene allegata date l’impressione di spedire il curriculum a chiunque, ciò può accadere anche nel caso in cui le competenze non siano specificate.
Il modello da utilizzare non è mai chiaro, esiste quello preimpostato ma che spesso è sterile, quello tradizionale porta ad arricchire di più, mentre quello grafico è importante nell’ambito creativo. L’organizzazione all’interno del curriculum, non deve essere dispersiva anzi le informazioni non devono essere ricercate ma visibili al primo impatto. Spesso si perde la voglia anche di leggerli.
La presentazione di sé, della propria persona sia nel curriculum che di presenza, né troppo personale ed esuberante ma nemmeno taciturna e vuota. Il giusto mezzo bisogna ricercare, come ci hanno tramandato i latini, è l’equilibrio anche se non è semplice. Meglio prenderla come una chiacchierata spontanea senza inganni, autocelebrazioni, fraintendimenti o eccessiva umiltà.