Il Ministero dell’Educazione francese ha annunciato che dal prossimo anno scolastico i manuali adotteranno la revisione definitiva dell’ortografia francese con provvedimenti come la riduzione nell’uso del nazionale accento circonflesso. Gaudio per gli studenti, sconfitta per i puristi?
Chiunque abbia una basilare conoscenza della lingua francese ricorderà certamente parole come maîtresse o goûter e quel loro tipico cappelletto che contraddistingue la i e la u, ebbene è ormai passato di moda ed è ora che venga ben ufficializzato nei libri scolastici secondo un provvedimento ministeriale.
In realtà l’accento circonflesso non è affatto finito alla ghigliottina e la sua eliminazione solo da alcuni vocaboli sarà più una perdita estetica, in quanto non necessario per la corretta pronuncia.
Nel 1990 l’allora primo ministro Michel Rocard richiese all’Académie française una rivoluzionaria riforma dell’ortografia che prevedeva la semplificazione di 2400 termini e altri accorgimenti dovuti all’evoluzione del linguaggio. Nonostante tutto, la riforma ancora oggi non ha avuto del tutto una sua applicazione, sino al recente annuncio del dicastero guidato da Najat Vallaud-Belkacem.
La querelle è stata protagonista di tante copertine delle maggiori testate francesi; d’altronde, quando si tratta di simboli e identità nazionale, Oltralpe sanno il fatto loro e la battaglia in difesa dell’accento ha scatenato gli utenti di twitter più puristi, i quali hanno inaugurato (inappropriatamente?) il tweet #jesuiscirconflexe. E la politica, ovviamente, è pronta a strumentalizzare l’accaduto: il sindacato degli studenti di destra ha lanciato una petizione contro la riforma.
Comunque, bambini e ragazzi non potranno festeggiare tanto perché per i terribili dictées, anzi dovranno fare i conti con le opportune differenze di significato sottolineate dalla presenza o meno del povero accento (mûr=maturo è ben diverso da mur=muro).
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