Numeri in rialzo per le immatricolazioni: quest’anno in più di 9000 hanno scelto di proseguire gli studi, iscrivendosi in un ateneo italiano.
Dati positivi anche per l’Università di Catania, che ha riscontrato una crescita nelle immatricolazioni: si parla dell’11,4 % di iscritti in più rispetto all’anno precedente.
Un risultato ricercato dall’Università di Catania, che aveva tentato di frenare il calo di iscrizioni, avviando una serie di iniziative. A maggio dello scorso anno, è arrivata la notizia ufficiale sull’apertura di 16 corsi di studio fino ad allora a numero chiuso, tra cui alcuni molto richiesti come Ingegneria e Giurisprudenza. Le matricole, che hanno presentato la richiesta di iscrizione per questi corsi, hanno semplicemente dovuto sostenere una prova che attestasse le capacità. Però, facendo riferimento ai dati pubblicati dall’Ateneo sugli scorrimenti e i ripescaggi, sono stati circa 1000 i posti rimasti liberi, anche in corsi come quello di Scienze Politiche per cui è stato necessario sostenere un test selettivo. Chissà, dunque, se ci si poteva spingere oltre, introducendo l’accesso libero per altri corsi che attualmente sono ancora a numero programmato locale. Per saperne di più leggi UNICT – Posti liberi anche dopo lo scorrimento, il numero chiuso ha ancora senso?
Dal punto di vista economico, non vi è stato alcun aumento delle tasse per l’iscrizione annuale, contrariamente alla tendenza che rivela un costante aumento delle tassazioni universitarie.
Da quest’anno, maggiore attenzione è stata rivolta alle matricole: tra le novità, vi è stata l’introduzione del tutor didattico per gli iscritti al primo anno, che hanno potuto godere di un supporto per la preparazione agli esami.
L’Ateneo ha anche saputo ammaliare gli studenti con un vero e proprio programma di eventi. Si chiama “Studia con noi” l’invito rivolto alle matricole, che prevedeva un mese di appuntamenti con la musica, il cinema e il teatro.
Un bilancio senza dubbio positivo, se si considera la crescita delle immatricolazioni. Ci chiediamo, però, quanti iscritti decidano per esempio di proseguire gli studi di specialistica all’Università di Catania e quanti, invece, decidano (grazie alle proprie possibilità economiche) di emigrare alla ricerca di un’altra offerta formativa…