
Da quest’anno cambiano le modalità di pagamento del “Canone Rai”, una delle imposte più evase di tutta la storia repubblicana. L’attuale governo ha deciso di prendere in mano la situazione: l’evasione raggiunge picchi del 70%.
Da luglio 2016 il canone si pagherà insieme alla bolletta della corrente elettrica, qualsiasi sia l’operatore che eroga il servizio presso la nostra abitazione; con la riforma l’ammontare dell’imposta annua è sceso da 113€ a 100€ e verrà suddiviso in ogni pagamento, mensile o bimestrale che sia.
E i fuori sede? Gli studenti che pagano la bolletta della luce nelle case in affitto dovranno accollarsi anche questo costo? Il canone è dovuto anche per loro o tocca al proprietario? Vediamo di fare un po’ di chiarezza.
Per quanto riguarda i soggetti che sono obbligati a pagare l’imposta e in quali situazioni, non è assolutamente cambiato nulla. Il canone deve pagarlo “…chiunque detiene un apparecchio atto od adattabile alla ricezione delle trasmissioni televisive“.
Il cambiamento fondamentale sta nel fatto che si presume la presenza di un apparecchio soggetto a tale canone ovunque vi sia un’utenza elettrica, incrociando i dati dell’Anagrafe Tributaria, l’Authority per l’energia, Acquirente Unico, Comuni, Province, Ministero dell’Interno e qualunque altra banca dati utile.
Qual è il pericolo che sorge? Sarà inevitabile che in uno stesso nucleo familiare possano arrivare più canoni, magari perché una casa è intestata alla moglie e una al marito, oppure nel caso di studenti con regolare affitto che però sono ancora residenti nel nucleo familiare di origine.
In linea di massima, lo studente fuori sede non è tenuto a pagare il canone che arriverà in bolletta. Salvo eccezioni. Perché?
Perché nella stragrande maggioranza dei casi, appunto, gli studenti fuori sede hanno ancora residenza presso la casa familiare e fanno parte di un nucleo che già paga il canone; è previsto un solo canone per famiglia, indipendentemente dagli immobili o dal numero di apparecchi.
Altro motivo per cui sarà non frequente che il proprietario di casa vi chieda questo costo è che, almeno tendenzialmente, le case in affitto sono dichiarate come seconde case, quindi di per sé già esenti.
E quando, invece, lo studente dovrà pagare?
Quando si tratti di uno studente indipendente che ha un regolare contratto di affitto; per indipendente si intende colui che abbia sia residenza che domicilio nella casa di riferimento.
Quando lo studente, ancora dipendente dal nucleo familiare di origine, ha firmato un contratto senza controllare le clausole e tra queste fosse previsto il sostenere anche questa spesa. In quel caso c’è poco da fare e bisognerà pagare.
Non fatevi abbindolare dal vostro proprietario. Se non vi è un contratto di locazione e, a maggior ragione, se la casa in cui abitate è stata dichiarata come prima casa, l’unico obbligato a sostenere questa imposta è il proprietario stesso.
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