Un’indagine sul rischio sismico per mettere in sicurezza il patrimonio edilizio dell’Università di Catania. Verranno realizzate una serie di misure sperimentali per valutare la risposta dinamica degli edifici dell’Ateneo, quando soggetti ad un input sismico.
L’Università di Catania avvia una campagna di verifica e caratterizzazione sismica del suo intero patrimonio edilizio. Nell’ambito di un programma triennale (2015-2018) che prevede la realizzazione di interventi per adeguamento sismico, l’Ateneo di una delle città a più alto rischio in Italia realizzerà innanzitutto una serie di misure sperimentali finalizzate all’acquisizione dei dati necessari per la valutazione della risposta dinamica degli edifici costituenti il patrimonio edilizio, quando soggetti ad un input sismico.
Ciò grazie alle competenze e alle attrezzature presenti nel dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali (Dipbiogeo). Tale attività sarà infatti coordinata dai docenti Sebastiano Imposa e Giuseppe Lombardo, geofisici in servizio nella sezione di Scienze della Terra del dipartimento, in accordo con gli ingegneri dell’Area tecnica Piergiorgio Ricci, Agatino Pappalardo e Antonio Nigro, i cui uffici curano il censimento delle caratteristiche strutturali e delle diverse tipologie edilizie degli edifici dell’Ateneo.
L’iniziativa è ispirata dalla volontà di adottare una razionale politica di mitigazione del rischio sismico di un numero significativo di edifici localizzati su un vasto territorio – aule, laboratori e uffici dell’Università, considerati a ragione edifici strategici e rilevanti, così come definiti dall’Ordinanza del Presidente del Consilio dei Ministri n. 3274/03 e dalle norme tecniche delle costruzioni (Ntc 2008) – , riguardo ai quali risulta necessario definire le priorità di intervento sulla base di stime di rischio affidabili, effettuate all’interno e all’esterno degli edifici. Sono ben note, infatti, le conseguenze e i danni legati al verificarsi di eventi sismici di moderata o elevata magnitudo e gli effetti di amplificazione delle sollecitazioni sismiche legate alle caratteristiche litologiche dei terreni sui quali insistono gli edifici.
Il metodo di valutazione della risposta locale ad una sollecitazione sismica, che risponda alle esigenze sopra evidenziate, sarà incentrato sull’impiego di misure di tremore ambientale. Tale metodologia geofisico-strumentale è ampiamente applicata dalla comunità scientifica nazionale e internazionale dimostrando di essere speditiva, ossia dotata di grande rapidità di risposta e facilità di impiego, e al tempo stesso affidabile.
Il metodo che sarà perseguito consente di ottenere la quantificazione di specifici indicatori delle proprietà dinamiche del terreno e di un edificio, attraverso appositi algoritmi applicati alle misure di tremore ambientale. Tali misure consentono sia di valutare la frequenza naturale del sito e definire l’eventuale presenza di un significativo contrasto di impedenza che può causare l’incremento dell’azione sismica in superficie; sia di risalire alle frequenze naturali dell’edificio, stimare gli effetti direzionali e individuare la propensione a subire effetti torsionali.
Conoscendo le frequenze naturali del sito e dell’edificio, e comparandole tra loro, sarà pertanto possibile valutare la propensione alla doppia risonanza tra sito e struttura, che potrebbe causare un incremento dell’azione sismica sulla struttura. Saranno quindi realizzate campionature di rumore ambientale all’interno e all’esterno degli edifici dell’Ateneo ai fini della valutazione della loro risposta sismica: i risultati ottenuti costituiranno un archivio contenente l’output dei rilievi effettuati e rappresenteranno la base per individuare le procedure necessarie alla messa in sicurezza degli edifici che costituiscono il patrimonio edilizio dell’Università di Catania, consentendo così di porre l’Ateneo catanese tra quelli all’avanguardia in Italia in tema di prevenzione e riduzione del rischio connesso al verificarsi di un evento sismico.