Ancora controlli serrati nell’isola siciliana. Una donna è stata fermata dai poliziotti della Digos, su richiesta del procuratore aggiunto Leonardo Agueci e del sostituto Calogero Ferrara, per aver contribuito all’espansione dell’incubo della Jihad.
Si tratta di una ricercatrice universitaria dell’Ateneo di Palermo, dove vive da anni grazie a una borsa di studio pagata dal governo libico. Khadgia Shabbi è una ricercatrice in Economia e abitava non lontano dal palazzo di giustizia.
L’indagata avrebbe svolto proprio in casa sua una propaganda anticristiana, preparando e lanciando in rete video che avrebbero inneggiato alla guerra santa. Il suo scopo era quello di convincere più gente possibile a entrare nell’esercito. Ad aggravare ancora di più la sua posizione, si sono riscontrati contatti con gli stranieri, i foreign fighters, che si uniscono allo Stato Islamico o alle milizie jihadiste. Sembrerebbe proprio che avesse dei contatti con alcuni terroristi colpevoli di attentanti in Libia e che erano in procinto di arrivare in Italia. Tuttavia, due di loro sarebbero stati uccisi da alcuni cittadini del paese africano, coloro che tentano di ribellarsi a questo terrore.
Il gip ha convalidato il fermo, ma ha rigettato la richiesta di custodia cautelare in carcere. La donna ha solo l’obbligo di dimora in città.