Eccoci qua, a pochissimo dalla pubblicazione dei tanto attesi risultati degli esami scritti della professione di avvocato. Il Ministero della Giustizia ha reso noto che a partire da giorno 11 giugno 2015, sarebbero stati comunicati i risultati dei test scritti dei giorni 16-17-18 dicembre 2014, e questi poi sarebbero stati resi pubblici nelle varie città d’ Italia in diverse date.
A Catania la pubblicazione ufficiale sul giornale “ La Sicilia “, avverrà solo tra domani e dopodomani. Posso solo provare ad immaginare come si senta ognuno dei candidati, aspiranti avvocati all’avvicinarsi del ” giorno del giudizio “. Magari può sembrare eccessivo definirlo così, ma io credo renda bene lo stato d’ animo di chi ha affrontato le tre prove scritte ed attende di conoscerne il risultato.
Aspetti infatti sei mesi per conoscere il risultato di una prova, che ti è concesso affrontare solo una volta all’anno e che non è solo frutto dell’impegno, dell’ansia e della tua bravura con la penna in quei tre giorni d’esame, ma è soprattutto il tirare le somme di 18 mesi o più di esperienza, conseguita sul campo forense, in qualità di “ praticante avvocato “.
La pratica presso uno studio legale è, infatti, un passaggio obbligato per tutti coloro che da “ dottori in Giurisprudenza“, vogliano trasformarsi in “avvocati“. Si tratta di periodo di 18 mesi, che può essere ridotto a 6, se si frequenta la Scuola di Specializzazione per le professioni legali, in cui il laureato impara a muoversi tra le aule di Tribunale, a destreggiarsi con termini e concetti che ha solo letto sui libri di testo e a scrivere quei tanto famigerati atti di impugnazione e decreti ingiuntivi, di cui ha dovuto studiarne il funzionamento per superarne il relativo esame. Si tratta di un periodo di esperienza pura, che dà i suoi frutti quanto più il laureato si sa impegnare durante la pratica.
A Catania, sembra che quest’anno un laureato su due abbia deciso di sfruttare al meglio questo periodo, dal momento che, secondo le stime, il 50% di coloro che hanno sostenuto le tre prove scritte è risultato idoneo per l’ammissione alla prova orale, obbligatoria per il conseguimento del titolo di avvocato.
Tra i catanesi c’è dunque chi “ vedrà il bicchiere, mezzo pieno e chi mezzo vuoto “. Chi comunque non sarà tra gli ammessi alla prova orale, avrà la possibilità di poter visionare il proprio elaborato insieme ad una sintetica motivazione con cui la Commissione addetta alla correzione, è tenuta a giustificare l’eventuale esclusione.
In questo modo si assicura maggiore trasparenza del processo selettivo, oltre a dare la possibilità a chi ha fatto l’elaborato, di comprendere le proprie mancanze.
Per quanto concerne la prova orale, ritenuta più semplice dalla maggior parte degli ormai abilitati avvocati, questa consiste sostanzialmente nell’illustrazione degli elaborati della prova scritta e nella dimostrazione di conoscere i fondamenti della cultura giuridica (ordinamento e deontologia forensi, diritto civile, diritto penale, diritto processuale civile, diritto processuale penale insieme ad altre due materie a scelta del candidato ). Le domande per gli aspiranti avvocati, sono estratte a sorte da un database continuamente aggiornato dalle commissioni e sottocommissioni distrettuali.
Anche per la prova orale sono state previste delle novità volte a tutelare maggiormente chi affronta un esame del genere. Tra queste ricordiamo quella dell’obbligo di pubblicazione sul sito del Ministero della Giustizia del calendario delle prove orali per tempo e della possibilità per il candidato, in caso di impedimento a presenziare nella data fissatagli per l’orale, di ottenerne una nuova. Piccoli accorgimenti che si spera rendano migliore un esame che è considerato” lo spauracchio “ da tutti coloro che si iscrivono in Giurisprudenza.
Un “in bocca al lupo” a tutti coloro che sognano di intraprendere questa carriera, affinché un giorno possiate appendere una targa in cui il vostro nome, è anticipato da quelle tre semplici letterine puntate , tanto agognate:“ Avv.”