“Fiumara d’Arte è un’opera viva non una mummia. È giusto rileggere ogni opera e documentarne soprattutto la contemporaneità. Il Parco di Fiumara d’arte. La semina spirituale della Bellezza vuole come raccolto sempre una nuova semina da consegnare alle generazioni future. Etica ed estetica in un legame indissolubile per una rinnovata Politica dell’essere, una politica sociale forte, fatta di impegno civile e resistenza rispetto a un sistema che sin dall’inizio ha ostacolato non solo la genesi, ma anche il suo divenire“, sono queste le parole di Antonio Presti, il mecenate che il 12 ottobre 1986 ha inaugurato la scultura che sarebbe diventata il simbolo di un grande progetto: un museo a cielo aperto.
L’idea di Antonio Presti, le sculture realizzate dai più grandi artisti contemporanei, la voglia di valorizzare l’arte e la Fiumara di Tusa hanno trovato, lungo gli anni, grandi ostacoli e dopo 40 anni di degrado la bellezza di queste opere e di questo luogo tornano a vivere.
Le opere d’arte continueranno a meravigliare gli spettatori grazie al progetto di restauro, finanziato con fondi europei, che sarà portato a termine in autunno e che vedrà rinascere 8 delle 9 opere d’arte del Museo. Non è stata inserita all’interno di questo progetto la Camera ipogea di Hidetoshi Nagasawa che Antonio Presti ha deciso di chiudere per cento anni così da consegnarla integra alle generazioni future. Verranno restaurate: “La materia poteva non esserci realizzata” da Pietro Consagra, “Una curva gettata alle spalle del tempo” di Paolo Schiavocampo, il “Monumento per un poeta morto” (noto come la “Finestra sul mare“) di Tano Festa, “Energia mediterranea” di Antonio Di Palma, il “Labirinto di Arianna” di Italo Lanfredini, “Arethusa” di Piero Dorazio e Graziano Marini e “Piramide – 38° parallelo” di Mauro Staccioli.
Ha parlato del grande valore artistico di Fiumara d’Arte anche l’assessore regionale ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana, Antonio Purpura: “Fiumara d’Arte e l’Atelier sul Mare costituiscono due espressioni di grande rilievo dell’arte moderna che assume configurazioni originali anche dal punto di visto della location. Un museo en plein air ed un albergo nel quale il soggiorno diventa un’esperienza artistica. Ad Antonio Presti, il territorio della Valle dell’Halaesa deve molto. Tutta la Sicilia, gli deve molto. Il riconoscimento di Fiumara d’Arte come luogo dell’identità e della memoria, decretato dall’assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’identità siciliana, lo attestano in modo univoco. Ad Antonio Presti la Regione chiede di continuare la sua opera nella Valle e negli altri territori dell’Isola nei quali essa è già stata avviata o che la fertile creatività di Antonio ha già individuato”.
Il progetto di restauro, dopo una gara d’appalto alla quale hanno partecipato 113 imprese, è stato aggiudicato dalla ditta RE.CO.GE s.r.l. di Paternò. Tale progetto è stato redatto dalla R.T.P. “Viaggiando nell’Arte” di cui fanno parte l’architetto Giuseppe Siragusa (capogruppo), l’ingegnere Pietro Faraone (esperto lavori pubblici), il professor Francesco Asta (già docente di Restauro urbano e Restauro dei monumenti alla Facoltà di Architettura di Palermo), l’architetto Enzo Venezia (artista e scenografo) e l’ingegner Irene Trapani. Consulenti: Carmela Minnella (esperta di progettazione con fondi comunitari), Salvatore Rizzuti (docente di Scultura all’Accademia di Belle Arti di Palermo), Francesco Garozzo (esperto di restauro pittorico), Mauro Sebastianelli (esperto e docente di Restauro), Francesco Russo (esperto impianti tecnologici), Gianfranco Molino (Fondazione Fiumara d’Arte – curatore rapporti artisti, scuole, accademie e maestranze), e Simonetta Trovato (giornalista).