Se la notizia di un rinvio dell’Esposizione Universale di un mese è stata un pesce d’aprile, fondata invece, è quella secondo cui 3 cantieri su 4 sono in ritardo, sia per cause materiali e oggettive che a causa di inchieste giudiziarie, come quella in cui è coinvolta l’impresa costruttrice Italiana Costruzioni finita nell’inchiesta Grandi Opere di Firenze dove un capitolo è aperto pure per il Padiglione Italia.
Anche se il commissario unico Giuseppe Sala sembra essere fiducioso, nessuno sa con certezza quando i lavori saranno ultimati. Quello che è sicuro e che non tutto sarà pronto per la grande apertura del primo maggio.
L’ultimo mese, quello d’aprile appunto, doveva essere dedicato alle verifiche delle strutture, ma poiché il sito è ancora un cantiere aperto i collaudi verranno effettuati solo tramite autocertificazione dei progettisti, procedendo poi con verifiche a campione. Non resta che affidarsi all’onestà dei progettisti, sui quali cadranno tutte le responsabilità di eventuali e future discrepanze tra progetto e opera finita.
Ciò che consola è che, in fatto di sicurezza sul lavoro, l’Expo, fino a oggi, ha saputo gestire bene i controlli nei cantieri rimanendo molto al di sotto delle medie delle statistiche, infatti l’Inail, l’Istituto Nazionale per la sicurezza contro gli infortuni, aveva calcolato, per un evento della portata di Expo, un media di 20 mila infortuni. Ovviamente, gli incidenti non sono mancati, ma finora il totale è di soli 93 infortuni sul lavoro.
Il dato ci conforta visto che, per recuperare un po’ di tempo, negli ultimi giorni gli operai al lavoro sono raddoppiati e continueranno a lavorare anche ad Esposizione aperta.
Niente rinvio dunque, l’1 maggio l’Esposizione Universale aprirà le porte al pubblico; grazie anche all’appalto per il «camouflage», chiuso il 26 marzo. Quindi, quello che non sarà pronto potrà essere nascosto o camuffato. A quanto pare, infatti, verranno costruiti dei percorsi ad hoc per i visitatori che non vedranno mai le quinte ancora in allestimento.
Ovviamente, per qualcuno, il ritardo dei lavori Expo è diventato spunto per fare marketing. La Ceres, infatti, nota marca di birra, ha organizzato un evento: “Portiamo una birra a questi ragazzi”, previsto per il giorno 1 aprile, grazie al quale si poteva offrire birra fresca e focaccia ai lavoratori del cantiere Expo e contribuire così a chiudere i lavori in tempo.
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