
Secondo l’UNICEF sono 3 milioni le donne e le bambine che, ogni anno, subiscono la mutilazione dei genitali: oggi la giornata mondiale, indetta dall’Onu, contro infibulazione e mutilazione dei genitali femminili.
Circoncisione, escissione del clitoride e infibulazione: violazioni di ogni diritto umano che coinvolge milioni di donne, bambine, ragazze di ogni età, un numero che continua a crescere di anno in anno. Una campagna di sensibilizzazione atta a eliminare tale atrocità che ha già coinvolto un aumento di 3,6 milioni di vittime nel 2013 e che potrebbe arrivare al 6,6 nel 2050.
Le manovre legali non sono state sufficienti, nonostante sia stata ottenuta l’illegalità formale di tale pratica nei Paesi Africani si continua clandestinamente a costringere bambine a tali pratiche, spesso trascinate al confine dove non vengono nemmeno denunciate alla polizia.
Eseguite in età differenti a seconda della tradizione (nel sud della Nigeria sulle neonate, in Somalia sulle bambine, soprattutto di età compresa tra i 4 e i 12 anni, in Uganda sulle adolescenti), le mutilazioni ai genitali sono viste come riti di passaggio all’essere donna e al matrimonio, ma portano con se evidenti conseguenze sul piano psicofisico che ledono sia la vita sessuale sia la salute delle donne,conseguenze immediate (con il rischio di emorragie, a volte mortali, infezioni e shock), e a lungo termine (cisti, difficoltà nei rapporti sessuali, rischio di morte nel parto sia per la madre sia per il nascituro).
Rito sottoposto già a 140 milioni di donne circa, puramente legato, dunque, alla cultura locale e che coinvolge, ormai, anche parte dell’Europa. Per questo Maria Grazia Panunzi, presidente dell’Aidos (Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo), si occupa di contrasto alle Mgf da più di 30 anni: «a livello europeo e italiano – afferma – abbiamo attivato una vera e propria rete per costruire un ponte tra i paesi in cui le Mgf sono diffuse e le comunità migranti coinvolte in Europa. Per fare questo è necessario l’impegno delle istituzioni nel contrastare la pratica delle mutilazioni in termine di indirizzi programmatici e finanziari», organizzando presso la sala stampa della Camera dei deputati, l’incontro “Le mutilazioni genitali femminili in Europa: la convenzione di Istanbul per contrastare il fenomeno”.
Altro appuntamento importante al riguardo, a Roma, con il professor Aldo Morrone, presidente dell’istituto Mediterraneo di Ematologia, è il seminario “Protagoniste del proprio corpo e del proprio futuro: la lotta alle Mgf”.
ActionAid, un’organizzazione internazionale indipendente impegnata nella lotta alle cause della povertà, opera invece a Seru, realizzando attività che mirino direttamente a migliorare il modello di vita di queste donne: discussioni e workshop di sensibilizzazione per permettere loro di opporti ad una tradizione che le rende schiave del silenzio e dell’oppressione.
Restituire alle donne i loro diritti è un dovere di tutti, come anche uscire da schemi deleteri a livello personale e sociale. La violenza sulle donne, fisica e psicologica, è una di queste.
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