Avvocatura distrettuale dello Stato di Catania, difesa tecnica dell’Università di Catania nell’ambito del ricorso proposto dal dott. Maggio contro la revoca del suo mandato di direttore generale, ha informato l’Ateneo che, all’esito di un attento vaglio dell’ordinanza che ha disposto il reintegro del dott. Maggio, ravvisa la necessità, a tutela dei superiori interessi dell’Amministrazione universitaria, di presentare reclamo alla medesima ordinanza. Essa, pertanto, ha provveduto a depositare l’atto di reclamo al Tribunale del lavoro, presentando, allo stesso tempo, istanza di sospensione dell’efficacia dell’ordinanza.
“L’Ateneo, come accade in ogni ipotesi di contenzioso – osserva il rettore Giacomo Pignataro -, nel pieno rispetto degli strumenti dell’ordinamento giuridico, non può che operare per garantire la tutela degli interessi dell’Amministrazione, coerentemente con le valutazioni giuridiche fornite dai tecnici, in particolare quando si tratta di un organo istituzionale quale è l’Avvocatura dello Stato. Si attende, quindi, serenamente l’esito dell’iter giudiziario, al quale l’Ateneo si conformerà pienamente”.
“Dispiace, pertanto, rilevare ancora una volta – prosegue il rettore – che alcune letture, anche giornalistiche, abbiano negli ultimi giorni interpretato in modo creativo (se non interessato) le vicende legate al ricorso del dott. Maggio come una “fantasiosa” disputa personale o tra singoli individui.
Corre l’obbligo di ricordare quanto è ovvio ed evidente ad uno sguardo minimamente disinteressato: ovvero che l’Ateneo, nella piena maggioranza dei suoi organi e delle sue strutture, ha inteso e intende affermare quella che ritiene essere una visione corretta del rapporto tra direttore generale e Organi di governo dell’Ateneo stesso (Consiglio di Amministrazione in primis).
Se il dott. Maggio, col ricorso e la legittima difesa della sua azione passata, ha ribadito un’interpretazione, di certo inedita, del direttore generale quale organo monocratico se non autocratico, l’Ateneo afferma l’idea – corroborata anche da passaggi importanti e sostanziali della recente ordinanza, aldilà del suo esito – che esista e debba esistere, nel pieno rispetto delle funzioni e delle prerogative di ciascuno in un’organizzazione complessa, un rapporto di subordinazione funzionale e gerarchica tra Consiglio di Amministrazione e direttore generale; e ciò unicamente ai fini del buon andamento del servizio universitario e a difesa delle prerogative dell’istituzione stessa.
Va altresì rilevato che la stessa ordinanza ha ribadito la piena legittimità delle procedure di eccezione e contestazione poste in essere dal Consiglio di Amministrazione, sgombrando il campo da qualsiasi supposta prevaricazione o pregiudizio personale nei confronti di chicchessia”.
“Nel contempo – afferma il prof. Pignataro – prosegue il lavoro per il quale l’Ateneo e la sua Amministrazione sono chiamati ad operare. È necessario se non urgente, infatti, rispondere oggi a problemi annosi e che si sono negli ultimi anni fortemente inaspriti; è oggi urgente rilanciare le performance, talora non soddisfacenti, dell’Ateneo a più livelli, dalla didattica (numero di abbandoni, studenti fuori corso…) all’internazionalizzazione della ricerca, dall’azione di risparmio e razionalizzazione della spesa nei servizi (anche esterni) alla trasformazione decisa della macchina amministrativa, affinché essa operi finalmente in modo trasparente e sinergico, valorizzando competenze e professionalità reali e coniugando autonomia e responsabilità dei corpi accademici e amministrativi.
A tal fine, azioni e decisioni importanti sono state già messe in campo dagli Organi di governo e, nelle prossime settimane, in incontri e conferenze programmatiche dedicati specificamente ai temi della didattica, della ricerca e dell’organizzazione, il rettore, i suoi delegati e gli organi dell’Ateneo illustreranno un crono-programma di obiettivi strategici e ulteriori azioni amministrative d’indirizzo alle quali informare, nei prossimi mesi, un ineludibile e robusto processo di rilancio della nostra Università, a unica garanzia del bene e dei diritti degli studenti e delle famiglie della nostra comunità, come dei docenti e del personale tecnico-amministrativo dell’Ateneo stesso”.
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