Al Ninfeo di Villa Giulia a Roma, come da tradizione, dopo la mezzanotte del 3 luglio, è stato proclamato il vincitore del sessantottesimo Premio Strega.
Al termine dello scrutinio, il Presidente di seggio Walter Siti, vincitore del Premio Strega 2013, e Tullio De Mauro, presidente della Fondazione Bellonci, hanno proclamato vincitore: Il desiderio di essere come tutti (Einaudi) di Francesco Piccolo con voti 140. Gli altri libri finalisti hanno totalizzato i seguenti voti: Il padre infedele (Bompiani) di Antonio Scurati, voti 135; La vita in tempo di pace (Ponte alle Grazie) di Francesco Pecoraro, voti 60; Non dirmi che hai paura (Feltrinelli) di Giuseppe Catozzella, voti 48; Lisario o il piacere infinito delle donne (Mondadori) di Antonella Cilento, voti 30.
Non sembra affatto una sorpresa la vincita di Piccolo, “favorito” grazie al suo romanzo di autocoscienza collettiva della sinistra italiana. Chi è Francesco Piccolo?
Francesco Piccolo (Caserta, 1964) è scrittore, sceneggiatore e autore televisivo. Si è laureato in Lettere con una tesi su “Le teorie comiche nel teatro del Settecento”. Vive e lavora a Roma e collabora alle pagine culturali del «Diario della settimana». Nel 1993 è stato finalista del Premio Calvino con il romanzo inedito Diario di uno scrittore senza talento. Con la casa editrice minimum fax, ha pubblicato nel 1994 Scrivere è un tic. I metodi degli scrittori, tratto da alcune lezioni di creative writing sui metodi di scrittura. Nel 1996 pubblica la raccolta di racconti Storie di primogeniti e figli unici per Feltrinelli, con la quale ha vinto il Premio Giuseppe Berto e il Premio Chiara. Sempre per Feltrinelli nel 1998 pubblica il romanzo E se c’ero, dormivo seguito, nel 2000, da Il tempo imperfetto. Questo è quanto emerge dal profilo “ufficiale” dell’autore.
Ma Piccolo non è uno scrittore “comune”. E’ uno scrittore che non aveva stabilito di essere scrittore per la vita, ma aveva desiderato di «fare una vita che gli avrebbe permesso di scrivere». Uno scrittore che pensa che il suo lavoro nasca «dalla voglia di esprimersi e si realizzi correggendosi e mettendosi a posto». Come dice Piccolo, «non è scrittore chi ha le idee, perché quelle sono alla portata di tutti; ma è la messa in pratica delle idee che fa una persona creativa, quella specie di operaio che si mette a lavorare sull’idea». Ma come si arriva a un’idea, a un capolavoro tale da meritare il Premio Strega 2014 come Il desiderio di essere come tutti?
«Quanti fogli si gettano nel fuoco quando si scrive un libro. Quanti ‘Non bene’ ci vogliono per arrivare a un ‘Bene’. I non bene sono tantissimi. Si scrivono sempre e ancora cose brutte, che poi possono diventare belle ma possono anche non diventarlo. C’è tanto spreco nella scrittura, e questa è una necessità: tanti fogli sono stati gettati nel fuoco e non tutti sono stati trasformati in bene. Io credo molto nel fatto che lo scrittore è tanto più bravo quanta più razionalità e capacità autocritica ha. Io sento di essere stato molto rigido su me stesso fin dall’inizio. Ho cominciato a scrivere a 15-16 anni perché avevo una compagna di banco di cui ero innamorato. Di cosa scrivevo? Di uno che era innamorato della compagna di banco. Quello che scrivevo era bruttissimo e me ne rendevo conto. Però ero felicissimo di scrivere, e anche se avevo tante cose da fare – ho avuto una giovinezza felice, non ero uno di quelli che non usciva e che non aveva amici – avevo voglia di stare a casa a scrivere. Per questo, perché avevo voglia, ho capito che la scrittura era una cosa importante per me. Ma ho anche capito, a un certo punto, che dovevo smettere di scrivere e fare un periodo solo di letture, quando sono venuto a Roma. Ho letto libri che mi hanno suggerito punti di partenza, ho appuntato cose sul taccuino, ho cominciato a scrivere delle frasi. Era come se mi dovessi allenare: quelle frasi assomigliavano abbastanza a quello che scrivo oggi, come se attraverso quelle frasi io stessi cominciando a trovare questa mia voce che è l’essenza di quello che scrivo, perché ognuno deve avere la sua voce. Bella o brutta che sia è la propria voce il punto di partenza».
Dopo aver percorso in breve l’iter professionale del vincitore del Premio Strega 2014, non ci resta che andare in libreria, comprare il libro e leggerlo per confermare l’esito dei votanti e i meritati allori che attendono lo scrittore.