Ormai è più che attuale parlare di sbocchi lavorativi e di scelte universitarie. Frequentare una buona università con un ottimo indirizzo, che assicuri un futuro discreto, rientra nella lista dei pro e contro della scelta. A rimettere tutto in discussione è stato l’uomo più discusso degli ultimi anni.
Infatti, a suscitare non poche polemiche è stata una frase detta dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama, durante un incontro in uno stabilimento della General Electric in Wisconsin lo scorso 30 gennaio. La frase a destare scalpore è stata: «Meglio un diploma in un istituto professionale industriale o commerciale che una laurea in storia dell’arte».
Da quel momento Obama è stato tempestato di email di protesta con conseguente smentita. Infatti, il presidente ha chiarito che c’era stato un fraintendimento: la storia dell’arte la ama fin da ragazzo, però per molti ragazzi sarebbe meglio un buon lavoro nell’industria o nel commercio, e si dovrebbe riflettere meglio sulla laurea da scegliere, piuttosto che scegliere un incerto futuro come storico dell’arte. Nuove proteste che hanno rilanciato la questione della convenienza degli studi universitari negli Stati Uniti.
Grazie a dei dati effettuati su delle ricerche, Peter Weber di The Week spiega che certamente per la fascia d’età di giovani che vanno dai 23 ai 32 anni, dagli anni cinquanta al 2013, la laurea è diventata sempre più vantaggiosa rispetto a diplomi universitari biennali o a diplomi di scuola secondaria, che sono stati retribuiti sempre meno. Oggi un giovane laureato guadagna in media 48mila dollari, contro i 30mila di chi ha un diploma biennale e i 28mila di chi ha un diploma di media superiore. Il punto è: conviene ancora laurearsi per aspirare al meglio? Seguire le proprie passioni o intraprendere strade meno culturali e più pratiche?