Mediazione linguistica e il fascino dell’Oriente

Alla scoperta dei misteri nello studio delle lingue del Sol Levante

Chi non conosce una lingua straniera, non può comprendere a fondo la propria”. Queste le parole di Johann Wolfgang Goethe, uno dei massimi esponenti della letteratura ottocentesca. Indubbiamente ogni lingua ha i suoi pregi e i suoi difetti, ma ciò che conta è che ciascuna di esse racchiude un fascino particolare. Recentemente, le lingue che stanno ottenendo una forte considerazione da parte degli studenti sono le lingue orientali. Nuove materie, nuove strutture: da qualche anno la Struttura Didattica Speciale di Ragusa prevede l’insegnamento delle lingue orientali più diffuse: cinese, giapponese e arabo.

Nuovi alfabeti, segni incomprensibili e regole grammaticali da urlo (e non parliamo di una nuova moda!). L’approccio che si richiede per queste lingue è costituito da impegno, costanza e tanta, tanta determinazione. Il modo giusto per farlo? Tornare bambini! Ricordate quando imparare l’alfabeto è stata l’impresa più ardua della vostra infanzia? Bene, dovrete approcciarvi a queste nuove culture con la stessa tenacia e voglia di imparare.

Cerchiamo adesso di vedere attraverso le varie sfumature di ideogrammi e forme derivate grazie alle parole degli stessi studenti. Abbiamo infatti parlato con Marco Giangrasso, studente di Giapponese e Cinese, e Alessandra Casablanca, studentessa di Arabo.

D: Quali lingue studi?

Marco: Studio Inglese come prima lingua, Giapponese come seconda e Cinese come terza.

D: Puoi dirmi quali sono gli aspetti positivi e negativi nello studio di queste lingue?

Marco: Gli aspetti positivi sono sicuramente molti! Prima di tutto, noi studenti ci apriamo a un mondo completamente diverso, proiettandoci in una realtà totalmente opposta rispetto a quella occidentale, dal punto di vista della cultura, degli usi, costumi, ecc.. Inoltre, sono del parere che riusciamo a riflettere meglio sul reale concetto di lingua: abituati allo studio di lingue occidentali, quando ci troviamo di fronte ad alfabeti e regole totalmente nuove riusciamo a capire a fondo il vero significato di studio di una lingua.

D: Nemmeno un aspetto negativo?

Marco:Un aspetto che possiamo definire “negativo” è quello della memorizzazione. Personalmente, ho trovato abbastanza complicato memorizzare i vari ideogrammi e la costruzione delle parole è più difficile rispetto a quella utilizzata nelle lingue occidentali. Le letture delle parole sono inoltre molto diverse e possono essere molteplici. Le affinità con le lingue occidentali sono ovviamente pochissime!

D: Secondo te, perché queste lingue vanno studiate?

Marco:Dal punto di vista lavorativo, queste lingue offrono senza dubbio molti sbocchi professionali, sia in Italia che all’estero. Gli orizzonti che ti si aprono sono molto vasti -non dimentichiamo che la Cina al momento è una delle superpotenze economiche mondiali! Inoltre, se guardiamo il tutto da un puto di vista culturale, è davvero interessante rapportarsi a delle culture a noi sconosciute. In questo modo, è anche più facile capire la propria cultura, arricchendo così la nostra personalità in vista della globalizzazione di cui siamo oggi tutti testimoni.

(Marco, studente di Giapponese e Cinese)

 

D: Tu studi arabo, giusto?

Alessandra:  Sì, studio Arabo come seconda lingua e Spagnolo come terza.

D: Quale lingua trovi più interessante tra le due?

Alessandra: Senza dubbio l’arabo! Ne sono rimasta affascinata quando ero al liceo. Tutti mi avevano detto che intraprendere questo studio sarebbe stato difficilissimo, invece io mi sono talmente incuriosita che ho deciso di provare e, ovviamente, non lo rimpiango affatto. Lo Spagnolo è bello, ma il funzionamento di una lingua occidentale è già di per sé abbastanza intuitivo, essendoci abituata con l’italiano.

D:  Cosa ti piace di più e cosa di meno di questa lingua?

Alessandra: Prima di tutto, essendo siciliana, sono rimasta colpita dal fatto che ci sia una certa corrispondenza tra parole arabe e dialetto siciliano. Questo ha aggiunto un grande senso di curiosità al mio studio. Inoltre, la scrittura, le lettere, tutto è armonioso e affascinante in questa lingua! Ovviamente, è necessario venire a patti con la complessità grammaticale e la vastità di vocabolario che l’arabo comporta. Credo comunque che con impegno e attenzione possano essere degli ostacoli assolutamente sormontabili. Tuttavia, sono dell’opinione che, oltre a studiare l’arabo standard, sarebbe una cosa migliore focalizzarsi sui dialetti di ogni Stato, in modo da potersi effettivamente rapportare con questi popoli.

D: Quindi perché, secondo te, gli studenti dovrebbero scegliere di studiare l’arabo?

Alessandra: E’ sicuramente una lingua “antica” di cui è possibile ammirare le varie sfaccettature e lo studente si arricchisce linguisticamente e culturalmente. Per quanto riguarda l’arabo, attraverso lo studio della cultura e della religione è possibile chiarire i tanti pregiudizi che si hanno nei confronti di questi popoli, senza fermarsi di conseguenza alle apparenze. Alla fine, si acquisiscono una serie di concetti che ti danno una visione completamente diversa da quella che avevi all’inizio. Per quanto riguarda gli sbocchi lavorativi, benché non possa essere molto utile nell’ambito del turismo -almeno qui in Sicilia-, può aiutare molto in campo di mediazione e accoglienza riguardo alle ondate migratorie che stanno investendo l’Italia in questo periodo.

(Alessandra, studentessa di Arabo)

Elide Barbanti

Nata a Prato il 27 Giugno del 1993, trascorre l'infanzia e l'adolescenza tra scaffali di libri e biblioteche e sviluppando un vivo interesse per la scrittura, specialmente quella giornalistica. Nel 2012, si trasferisce in Sicilia immatricolandosi al CdL di Lingue e Culture Europee, Euroamericane e Orientali presso la Facoltà di Scienze Umanistiche a Catania. L'anno successivo, decide di reimmatricolarsi presso la S.D.S di Lingue e Letterature Straniere a Ragusa al CdL di Mediazione Linguistica e Interculturale, dove attualmente studia lingue orientali.

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