Ecco come si è espresso Marco De Lutiis, senatore accademico, su Livesicilia.it, rispetto alla storia delle borse di studio: «L’Ateneo fa dietrofront dopo aver approvato e quindi giudicato legittimo un decreto rettorale (n°1937 del maggio 2013) in cui si lanciava un’offerta formativa sul caso. Questa offerta formativa prevedeva determinati diritti su cui gli studenti hanno fatto affidamento, partecipando diligentemente ad un concorso pubblico ed ottenendo in modo trasparente lo status di idoneo o assegnatario di borsa di studio. I latini dicevano pacta sunt servanda e la Costituzione sancisce il diritto allo studio come solenne garanzia a tutela dei meno abbienti e dei più deboli, affinchè raggiungano i più alti livelli d’istruzione».
La risposta dell’Ateneo non tarda ad arrivare, così giustifica l’accaduto il prof. Giuseppe Compagnini: «La delibera è passata attraverso il Consiglio d’Amministrazione, ma con l’approvazione di vari rappresentanti degli studenti. I rappresentanti hanno gradito quindi la normativa ed espresso soddisfazione in merito, per queste ragioni non capisco adesso il loro risentimento, si tratta pur sempre di una boccata d’ossigeno».
Dapprima i fuoricorso sono rimasti esclusi dal concorso per l’assegnazione delle borse di studio, si è cercato di rimediare proponendo una graduatoria a parte, e adesso? Anche gli idonei o assegnatari resteranno ancora un po’ “affamati”, nonostante le necessità economiche, chiaramente testimoniate dall’esito delle graduatorie.
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