“Testa ca nun parra si chiama cucuzza”. Perdonateci l’espressione dialettale, ma quando l’ipocrisia collettiva degli universitari catanesi si rende manifesta, come si fa a non rimpiangere un po’ di sana cultura popolare? Giornalmente confrontandoci con i colleghi sentiamo lamentele di tutti i tipi che esortiamo a rendere pubbliche attraverso i nostri articoli e la nostra sezione “Alza la voce”. Gli studenti hanno però a loro disposizione uno strumento ufficiale con cui possono denunciare in massa i problemi: è il test di valutazione della didattica. Cosa si aspetterebbe dai dati pubblicati oggi sul portale del nucleo di valutazione? Fuoco e fiamme. Invece la maggioranza degli studenti sembra vivere in un ateneo dove il carico di studio è adeguato, i corsi di studio sono interessanti e le aule sono comode e abbondanti. “Ma frequentiamo la stessa università?” è la domanda che nasce spontanea.
I RISULTATI SORPRENDENTI: Sebbene i dati raccolti si riferiscano all’anno accademico 2012/2013, è difficile immaginare che la situazione sia cambiata radicalmente nel giro di pochi mesi. Colpiscono i dati relativi a due dipartimenti che sono stati teatro negli scorsi giorni di proteste e assemblee. A Giurisprudenza la “soddisfazione complessiva” per la didattica raggiunge l’88% (tra cui il 47% ha espresso un giudizio decisamente positivo). Appare curioso che gli aspiranti giuristi abbiano inserito nell’ordine del giorno di un’assemblea fortemente voluta la voce “reperibilità professori”: le statistiche dicono che il grado di soddisfazione dello studente sia dell’89%. Spostiamoci nell’altra facoltà “calda”, quella che ospita il corso di Scienze e tecniche psicologiche. Gli studenti durante l’assemblea erano tutti concordi nell’assoluta necessità di aule più capienti: secondo i dati del test il 41% si dimostra sostanzialmente contento della capienza delle aule. E il valore di soddisfazione complessiva raggiunge addirittura il 91%.
DATI PARZIALI: Tuttavia occorre ricordare le modalità con cui sono stati rilevati i dati. Innanzitutto, è bene sottolineare che i test sono stati somministrati agli studenti mentre seguivano una lezione in aula. E’ molto probabile quindi che uno stesso studente abbia risposto a più schede in maniera coerente frequentando le diverse lezioni. Quindi gli studenti che non frequentano non hanno espresso la propria opinione. Eppure i dati appaiono molto distanti dalla realtà a tutti gli studenti, votanti e non. Mettendo insieme i numeri sull’indice di soddisfazione generale si arriva a un valore medio dell’80% di giudizi positivi, dove i due estremi sono rappresentati da Professioni Sanitarie(97%) e Scienze Motorie (63%). Che a lamentarsi siano solo i fuoricorso e che a lodare l’università siano i soliti secchioni? Difficile da dire. Probabilmente però prima di proporre eventuali “occupazioni”, gli studenti dovrebbero pensare di rimanere nelle aule universitarie frequentando le normali ore di lezione.
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