Whatsapp a pagamento, crisi o futuro della messaggistica?

10 Ottobre 2013 – Uno dei tanti programmi di messaggistica istantanea più diffusi e conosciuti, soprattutto tra i più giovani, è senza dubbio l’applicazione Whatsapp creata da Brian Acton.

Il successo di questa applicazione disponibile su iOS, Android, Windows, Blackberry e Nokia, era dovuto alla possibilità di inviare messaggi istantanei gratuitamente sfruttando la connessione internet. Purtroppo, l’app che potrebbe essere acquistata da Google è diventata a pagamento per tutti.

Infatti, se prima i possessori di smartphone Android, Windows, Blackberry e Nokia potevano scaricare l’applicazione gratuitamente e continuare ad utilizzare il servizio senza costi aggiuntivi, adesso dovranno pagare un abbonamento annuale di 79 centesimi.

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Anche i possessori di iPhone, che pagavano il download dell’app 89 centesimi, dovranno pagare l’abbonamento annuale che verrà applicato solo ai nuovi abbonamenti.

E’ possibile pagare l’abbonamento tramite PayPal o Google Wallet, entrambi necessitano di una carta di credito a voi stessi intestata ed entrambi i metodi di pagamento accettano Visa Electron. Effettuare il pagamento è estremamente semplice poiché basta cliccare l’opzione di rinnovo desiderata ed effettuare il login scegliendo tra PayPal o Wallet.

Questa novità ha messo in crisi gli utenti che comunicano tramite l’app perché, terminato il periodo Trial,  molti di questi non vogliono registrare la propria carta prepagata, o addirittura attivarne una, per un servizio che gli costerà 79 centesimi e, inoltre,  in Italia in molti non posseggono carte prepagate.

Tanti sono i dubbi sollevati sui metodi di pagamento, ad esempio: viene segnalato da più utenti che potrebbe capitarvi di registrare la carta di credito ed eseguire il pagamento ma ricevere un messaggio di “pagamento non eseguito” e successivamente, dopo aver riprovato diverse volte, al completamento della transizione potreste avere la spiacevole sorpresa di vedervi addebitare più volte il costo del servizio.

La richiesta dei “whatsappiani” è la possibilità di poter rinnovare l’applicazione vedendosi scalare l’importo dell’abbonamento direttamente dal credito telefonico, evitando quindi di inserire i dati della propria carta di credito.

Intanto, secondo le statistiche pubblicate da Informa, il futuro potrebbe vedere soccombere gli SMS in favore della messaggistica istantanea. Lo scorso anno  sono stati scambiati circa 19 miliardi di messaggi istantanei al giorno tramite le piattaforme: Skype, WhatsApp, Viber, ChatON, Kik e altri ancora. Invece, gli SMS scambiati raggiungono una cifra di circa 17,6 miliardi.

Questo divario sembra destinato ad aumentare fino a portare alla morte degli SMS perché le previsioni per il 2014 vedono lo scambio di circa 50 miliardi di messaggi istantanei e quello di circa 21 miliardi tramite servizio SMS. Dovremo dire addio agli SMS?

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