Sul piano giuridico, l’autonomia regionale si compone soprattutto di due elementi.
In primo luogo c’è l’autonomia legislativa, cioè il potere della Regione di emanare proprie leggi nelle materie indicate dallo Statuto.
Quest’ultimo si riferisce a materie molto importanti, come l’agricoltura, l’industria, l’organizzazione dei Comuni e delle Province, la pubblica istruzione, la formazione professionale.
Si tratta di un fatto di straordinaria importanza, con un significato preciso: le leggi sono approvate da un organo più vicino ai cittadini e perciò maggiormente in grado di capirne e interpretarne i bisogni reali, i desideri, le esigenze. Naturalmente l’autonomia legislativa della Regione non comporta la frantumazione dello Stato in tante unità non comunicanti.
Non è stata ottenuta facilmente se si pensa che la Sicilia per la sua collocazione geografica ,caratterizzata dal suo essere una grande isola al centro del Mediterraneo, è stata una terra sempre al centro delle vicende politiche europee fino a quando, il centro, non si è spostato nel Nord Atlantico con la scoperta e conquista dell’America. Dalla costituzione del regno di Sicilia, per opera dei normanni, fino alla caduta del fascismo, la Sicilia ha sempre mantenuto proprie peculiarità che hanno determinato un rapporto non lineare con le potenze che nel corso della storia l’hanno dominata. Ripercorriamo i tratti salienti:
-Il 10 e 11 Luglio 1943, tra Gela e Licata, sbarcarono le truppe militari anglo-americane e la Sicilia fu il primo lembo di terra europea a essere liberata dal nazi-fascismo;
-Il 25 Luglio dello stesso anno Benito Mussolini dava le dimissioni da capo del Governo italiano. Il fascismo era crollato e la Sicilia era amministrata dall’AMGOT (amministrazione militare anglo-americana). Il re Vittorio Emanuele III nominò Il generale Pietro Badoglio nuovo capo del Governo italiano e l’otto settembre fu firmato con gli anglo-americani l’armistizio che divennero, da quel momento, i nostri alleati contro il nazi-fascismo;
-Nel Gennaio del 1944 in Sicilia ebbe inizio la ripresa delle attività politiche dei partiti democratici antifascisti coalizzati nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN). Esplose anche un nuovo movimento indipendentista siciliano che voleva staccare la Sicilia dall’Italia, nell’illusione assai velleitaria di agganciare la nostra isola agli Stati Uniti d’America, facendone la cinquantesima stella. Si trattava, in realtà, di un disegno reazionario che le forze politiche democratiche e antifasciste riuscirono a sconfiggere proponendo in alternativa uno Statuto dell’Autonomia siciliana.
Contro l’avventura del separatismo s’impose, dunque, la solidità del progetto delle grandi forze storiche che assieme avevano combattuto la dittatura fascista e assieme contribuirono a forgiare la nuova ed autorevole dignità nazionale. Lo Statuto dell’Autonomia siciliana è stato emanato il 15 maggio del 1946 con Regio Decreto Legislativo dal re d’Italia Umberto II. La Sicilia divenne Autonoma prima che l’Italia diventasse Repubblica. Da questo punto di vista lo Statuto siciliano ha anticipato, nelle intuizioni che lo hanno sorretto, nella filosofia politica che lo ha determinato, nella strategia che ha indirizzato coloro che lo hanno formulato, lo spirito autentico della nuova Carta costituzionale dell’intera nazione. Infatti, il 2 Giugno del 1946 si svolse il referendum istituzionale per scegliere se mantenere la monarchia o fare dell’Italia una Repubblica democratica. L’esito fu a favore della Repubblica.
Oggi si festeggia perché la Sicilia è stata la prima Regione non solo a dotarsi di uno Statuto ma addirittura a ispirare il disegno di Carta Costituzionale. E’ una grande ricorrenza e il popolo siciliano deve essere fiero: “Noi siciliani abbiamo pensato per troppo tempo alla Sicilia solo come un punto di partenza. E invece dobbiamo riappropriarci della nostra terra”
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