Qualche mese fa e, precisamente ad aprile, l’ufficiale giudiziario aveva fatto visita al teatro Verga, sede principale del teatro Stabile di Catania ,pignorando alcune poltrone della platea. Ieri mattina ad aggravare ancora di più la triste realtà del teatro è stato lo sfratto alla Sala Musco, da 50 anni affittata allo storico teatro catanese. La causa principale è quella dei debiti accumulati. Una notizia che ha scosso anche i lavoratori dello stabile, da mesi ormai senza stipendio.
Nonostante le diverse manifestazioni di protesta, tutto sembra essere passato inosservato, soprattutto ai vertici del comune di Catania. Un bene storico come questo non può essere abbandonato e cancellato senza dignità.
Antonio D’Amico e Cosimo Fichera, segretari di Fistel Cisl e Ugl Spettacolo hanno scritto in una nota: “In un sol colpo è stato cancellato un pezzo di storia della città e del teatro ‘Stabile’. Bastava davvero poco per evitare questa nuova pagina dolorosa per l’ente, per i lavoratori, per la cultura catanese e per l’intera Sicilia. Purtroppo, le ultime turbolenti vicissitudini del consiglio di amministrazione e la mancata ratifica per tempo della nomina del commissario hanno di certo contribuito ad aggravare la già difficile situazione dello Stabile. Diciamo basta – aggiungono i sindacalisti – a quest’inerzia gestionale che continua a provocare macerie su macerie, se non si vuole far fallire l’intero teatro, ovvero perdere uno dei più importanti poli culturali dell’intero sud Italia lasciando sul lastrico i 35 dipendenti, che stanno continuando responsabilmente e con passione a tirare avanti in condizioni estremamente difficili. Come quella di stamane, in cui hanno dovuto subire l’umiliazione di dover lasciare la sede di lavoro a seguito dello sfratto esecutivo. Facciamo un accorato appello alla commissione Affari istituzionali dell’Ars affinché ratifichi la nomina di Pace, la cui operatività è vitale per il futuro dell’ente teatrale, nonché alla Regione ed al Comune perché facciano la loro parte istituendo un tavolo di crisi permanente a supporto della gestione commissariale per dar corso agli atti improcrastinabili ed urgenti necessari per scongiurare colpi di scena come quello odierno.”