Ormai da qualche giorno i giuristi di ogni angolo della Penisola italiana hanno deciso di unirsi per controbattere ed evitare che il regolamento attuativo dell’art 43 della l. 247/2012 sulle modifiche all’accesso alla professione forense diventi effettivamente legge. A tal fine con il gruppo “Coordinamento No Riforma forense” da tutti gli Atenei si diffondono idee e soluzioni volte ad affermare quanto sia contra legem una riforma del genere da come si può apprendere dal d.p.r 137/2012.
Il Ministero della Giustizia ha inviato al Consiglio Nazionale Forense (CNF) lo schema di decreto concernente: “Regolamento recante la disciplina dei corsi di formazione per la professione forense” e si parla di istituire su tutto il territorio scuole di formazione forense obbligatorie il cui accesso sarà anche a numero chiuso e a pagamento, i corsi da seguire si racchiudono in 160 ore distribuite in 18 mesi da affiancare ad un praticantato non retribuito e a fine dei 18 mesi è prevista anche una prova finale da superare per poter essere idonei a sostenere l’esame di stato di abilitazione alla professione forense.
Si può tranquillamente dire che il laureato in Giurisprudenza dopo aver concluso un percorso quinquennale deve affrontare altri esami, altre scuole solamente per abilitarsi? L’abilitazione deve essere accessibile a tutti, non si possono mettere ulteriori ostacoli nel post-lauream di uno studente che ha già concluso un percorso quinquennale. A tal fine gli studenti stanno già pensando ad una controproposta alla riforma, che ci sia un problema di numeri e di sovrabbondanza nel mercato del lavoro riguardo la professione forense non è di certo un mistero ma possono certamente trovarsi altre soluzioni meno discriminatorie di quella proposta dal CNF, per esempio limitare l’accesso attraverso l’introduzione del numero chiuso per la facoltà di giurisprudenza.
L’iniziativa, per adesso, più concreta che è stata messa in atto è la raccolta firme, su tal punto il referente di Catania Giuseppe Condorelli si è espresso dicendo che: “Proprio grazie a questa raccolta firme potremmo avere credibilità ed avere le carte in regola per farci sentire. I documenti esplicativi sono quasi pronti, è ora di muoversi se non vogliamo essere schiacciati da chi ci vuole fuori dal mercato”. Nelle varie città già da due giorni si è iniziata la raccolta di queste firme che per il 25 maggio dovranno essere riunite e fatte pervenire direttamente in Parlamento.
Ovviamente non si fermano qui le iniziative del “Coordinamento No Riforma Forense”, anche l’idea di una class action contro questa riforma è stata avvallata, di certo i giuristi di tutta Italia saranno prontissimi ad aderire al ricorso contro questa legge, così come le manifestazioni in piazza che non si faranno attendere. Intanto, oltre la raccolta firme, è stata anche lanciata una petizione online.
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