L’anno 2016 si apre con una ghiotta news per studiosi, appassionati ed amanti della chimica. Sembra, infatti, che la famosa tavola di Mendeleev, anche detta tavola periodica degli elementi, schema che da sempre siamo stati abituati ad usare nei nostri studi, abbia bisogno di qualche modifica.
Per chi non ne fosse a conoscenza o avesse bisogno di rinfrescarsi la memoria, la tavola ordina gli elementi che compongono la materia in base al loro numero atomico, ossia il numero di protoni inclusi nel nucleo, ed in base al numero di elettroni contenuti nell’orbitale più energetico. Questo schema, rimasto invariato dal 2011, anno in cui sono stati aggiunti flerovio e livermorio, rispettivamente gli elementi 114 e 116, potrà adesso vantare l’aggiunta di altri 4 nuovi elementi.
Essi sono stati approvati lo scorso 30 dicembre dalla IUPAC (Unione internazionale statunitense di chimica pura e applicata), un ente internazionale che regolamenta nomenclatura, terminologia e misure della chimica. Si tratta degli elementi 113, 115, 117 e 118. Conosciamoli insieme.
Gli elementi
I quattro elementi sono artificiali, ossia ottenibili soltanto in laboratorio per via sintetica. Sono anche altamente instabili, avendo una vita limitata a qualche frazione di secondo, in seguito alla quale decadono; questa caratteristica ne giustifica la difficoltà di identificazione.
Si tratta, infine, di 4 new entry particolarmente significative, in quanto permettono di completare la settima riga della tavola periodica.
Denominazione
I nomi provvisori sono Ununtrium (elemento 113), Ununpentium (elemento 115), Ununseptium (elemento 117) e Ununoctium (elemento 118). Il diritto di assegnazione dei nomi definitivi appartiene agli scopritori, i quali non dovranno attenersi a particolari limitazioni, potendo basare la scelta su proprietà particolari dell’elemento, sul nome di uno scienziato, ma anche attingere a nomi di luoghi o a riferimenti mitologici.
La scoperta
Gli elementi 115, 117 e 118 sono stati identificati mediante una collaborazione tra un team di scienziati dell‘Istituto Unito per la ricerca nucleare di Dubna (Russia) ed un team del laboratorio Lawrence Livermore National in California.
La scoperta dell’elemento 113, inizialmente rivendicata anch’essa dai due team precedenti, è stata, invece, attribuita agli scienziati del giapponese Riken Institute, coordinati dallo scienziato Kosuke Morita.
Sette sono gli anni di lavoro che il team asiatico ha impiegato per ottenere le evidenze scientifiche a supporto dell’esistenza dell’elemento 113, ed esso passerà alla storia come il primo elemento ad essere battezzato in Asia. Ma non è tutto. Morita ha, infatti, confidato al The Guardian l’intenzione del suo gruppo di ricerca di “avviare nuove ricerche nei territori inesplorati oltre l’elemento 119”.
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