A Palermo le indagini sono continuate fino a oggi. I carabinieri, attraverso le immagini del sistema di videosorveglianza e le testimonianze dei ragazzi presenti all’interno del locale, hanno ristretto il campo degli indiziati, restringendo le ricerche a cinque giovani del quartiere Zen. Tra i giovani c’era un 17enne, che si era reso irreperibile nonostante le forze dell’ordine avessero perquisito l’abitazione.
La svolta di oggi: “Sono io quello che cercate, sono venuto a consegnarmi”. Con queste parole si è presentato nel carcere Malaspina il diciassettenne che ha confessato di essere il responsabile della morte di Aldo Naro. Il giovane era accompagnato dai familiari.
Secondo la ricostruzione, il minorenne era arrivato nel locale a tarda notte con altri amici del quartiere Zen. Il gruppo di ragazzi si era “imbucato” all’interno della discoteca, che si trova nello stesso quartiere, dove era in corso una festa di carnevale. A un certo punto è scoppiata una rissa. Naro è stato strattonato e scaraventato per terra. A quel punto il minorenne dello Zen gli ha sferrato un calcio alla testa che ha provocato un’emorragia cerebrale e la morte del giovane medico appena laureato. La lite sarebbe stata originata dal furto di un cappello di cow boy che indossava un ragazzo che faceva parte della comitiva del giovane medico.
Nonostante si sia trovato un colpevole, il malcontento generale rimane. Molti, infatti, sono gli sfoghi sui social, molti ragazzi sono convinti che il minorenne sia il capro espiatore di una banda e che, a causa della giovane età, non pagherà abbastanza.

Anche Palermo ha deciso di commemorare Aldo. Domani 18 febbraio alle ore 18,00, infatti, si terrà una fiaccolata in suo onore. Per saperne di più, vai al link.
Addio Aldo.














