Parte un appello dagli studenti universitari: “Non si ha ancora alcuna traccia dei finanziamenti per le borse di studio con i soldi confiscati alle mafie”, il Miur è a conoscenza della situazione e si riserva di approfondire la questione.
La ministra dell’istruzione Valeria Fedeli ha ammesso che l’assegnazione del 3% dei soldi tolti ai clan di mafia al Fondo integrativo statale per le borse di studio, non è mai stata attuata perché nessuna delle amministrazioni interessate e lo stesso ministero dell’ Istruzione si sono resi operativi al fine di attivare una proposta, già stabilita nel decreto Carrozza e ripresa con un emendamento da parte di Celeste Costantino, un’attivista e politica italiana, appartenente al gruppo Sinistra Italiana, che per la prima volta, aveva introdotto questa novità, nel Codice antimafia.
La Fedeli ha spiegato che si tratta di un meccanismo contabile molto complesso e che per le Amministrazioni coinvolte, risulti difficile da attuare. La complessità del sistema è dettata dal fatto che è necessario l’intervento di una molteplicità di soggetti istituzionali per garantire l’attuazione della norma vigente.
È l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, vigilata dal ministero dell’Interno, che versa quanto confiscato al Fondo Unico Giustizia, gestito da Equitalia Giustizia spa. Successivamente, è proprio Equitalia che incassa le somme, entrate al bilancio dello Stato, per essere in un secondo momento riassegnate allo stato di previsione della spesa del ministero della Giustizia, tramite il decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze. Un ciclo attraverso il quale il 3 % del totale delle somme indicate deve confluire nel Fondo integrativo statale, mediante un decreto da parte del presidente del Consiglio dei Ministri e alla fine, su proposta del Miur, deve essere ripartito tra le varie Regioni.
La stessa Fedeli ha dichiarato che da ora in poi il Miur si attiverà per sollecitare l’attuazione della norma e per ottenere nel più breve tempo possibile un risultato alquanto concreto anche per la fase di assestamento di bilancio per l’anno 2018, la cui legge prevede un incremento del Fondo integrativo statale, di 10 milioni di euro.
Ma per la Costantino, quanto dichiarato dalla Fedeli risulta vergognoso. In Aula ha replicato che bisogna ricordarsi di una legge approvata nel 2013 e che non è possibile come una norma entrata in vigore qualche anno fa, non sia stata ancora rispettata. Lei stessa sottolinea che non si tratta di denaro gravante sul bilancio dello Stato, ma risorse che venivano confiscate alle mafie; giungendo alla conclusione che quei soldi, in realtà, non sono mai stati destinati alle borse di studio.