In ogni percorso intrapreso, che lo si scelga o meno, c’è e ci sarà sempre una prima volta o un primo giorno. Nel nostro caso, parliamo del primo giorno da matricola, che generalmente associamo al primo giorno di lezioni del primo anno di università, per certi aspetti molto simile al primo giorno di liceo.
La vita di uno studente, in particolare, è scandita da molti “primi giorni”, tutti accomunati da una miriade di pensieri ed emozioni che si snodano tra cuore e mente; i minuti che precedono la prima lezione ci trasformano in un concentrato d’ansia e in alcuni casi anche di riservatezza: c’è chi chiacchiera subito, animato dal piacere della conversazione e – sopratutto – del definirsi reciprocamente “colleghi”; c’è chi invece si guarda intorno, osservando, quasi come fanno i viaggiatori, un ambiente nuovo ma che comunque desideriamo esplorare, che si appresta a diventare la nostra nuova casa. E sappiamo di non essere soli, anche quando non pronunciamo una sola parola: sono i nostri occhi, spesso, ad agire, a cercare i volti dei nostri compagni di viaggio o quelli dei temibili prof, per cercare di carpire subito tutte le informazioni che ci occorrono, soprattutto quelle che possono alleggerire il nostro carico d’ansia e tranquillizzarci.
Prima di entrare in aula, capita spesso di sentir dire la solita frase “non è più come il liceo”, che ci carica subito di responsabilità ed aspettative. Ma comunque vada, noi siamo pronti. Perché l’ansia e tutte le paure fanno da contorno al nostro viaggio, ne sono parte integrante, ci preoccuperemmo se non ci fossero, ma non dovranno essere i nostri freni. “Ci siamo passati anche noi, è normale”, ci dicono: senza dubbio, verrebbe da rispondere, ma ogni tappa è individuale, sia dolce che amara ed è significativa nell’ambito di un percorso che ci porta verso ciò che vogliamo fare, che abbiamo scelto di fare, magari che abbiamo sempre sognato di fare.
Se anche noi siamo qui a ripetere che “ci siam passati tutti”, vogliamo solo farlo per ricordare anche noi – con un pizzico di invidia – il nostro primo giorno da matricola. Potrebbe anche rivelarsi un giorno come tutti gli altri e in pratica è così. Ma se c’è una cosa che può cambiare questa dimensione materiale, quella si chiama entusiasmo ed è strettamente legata alla voglia di iniziare, di mettersi in gioco, di raggiungere al più presto la meta, pur consapevoli di doverci mettere al lavoro fin da subito. E all’entusiasmo piace nascondersi dietro larghi sorrisi e grosse risate, anche se spesso tende a mimetizzarsi, confondersi con tutto ciò che gli sta all’opposto.
Il nostro benvenuto vuole quindi essere un invito a vivere felicemente, anche con la giusta dose di spensieratezza, la vostra carriera universitaria. Pensate positivo e godetevi il rilascio emotivo dei vostri successi; se così non dovesse essere, abbiate il coraggio di ricominciare, se necessario anche da zero, perché c’è sempre un modo per ripartire ed un altro per arrivare al traguardo. Abbattete tutti i muri che troverete davanti, non fatelo mai contro voi stessi.