Focus sulle problematiche che deve affrontare chi vuole prendere la metropolitana e vive in prossimità dell’unica fermata rimasta chiusa nella nuova tratta Nesima-Stesicoro.
Giusto qualche giorno fa parlavamo del grande passo in avanti che la città di Catania sta facendo verso la mobilità integrata, grazie alla collaborazione tra il Comune e la Ferrovia Circumetnea, i cui ultimi risultati sono l’efficientissimo Metro Shuttle e la chiusura serale posticipata nella giornata di sabato.
Un successo clamoroso quello dell’azienda di trasporto pubblico alle pendici dell’Etna, figlio di un lavoro fatto con dedizione: 1.320.000 viaggiatori solo nei primi sei mesi del 2017 con un +323% rispetto al primo semestre del 2016. Non considerando che l’apertura della stazione di Cibali e la riapertura del capolinea Porto consentirebbero un ulteriore aumento dell’utenza, “da e per” due zone ad altissima densità abitativa rimaste scoperte dal servizio.
E proprio la mancata apertura della prima stazione citata è quella che più e più volte viene sottolineata con richieste ed esortazioni sui social da parte dei catanesi. Sarà per quel “next opening” che campeggia in ogni tabella con l’elenco delle fermate o l’errata convinzione che anch’essa sarebbe stata inaugurata a dicembre 2016 insieme alle stazioni Milo, San Nullo e Nesima (o qualche mese dopo al massimo).
Il problema è che, ad oggi, sono passati 9 mesi dal primo viaggio nella tratta subway Nesima-Stesicoro e dell’apertura di Cibali nessuna notizia. Nemmeno il personale FCE, da noi interrogato, riesce a fornire una tempistica a riguardo: l’unica deduzione possibile – dalle parole degli interrogati e dallo stato in cui versano i lavori tra via Bergamo e via Galermo – è che passerà ancora molto tempo per l’apertura: in fondo “Meglio aspettare ancora un po’ che mettere a repentaglio la sicurezza degli utenti”.
Peccato che quella stessa sicurezza è messa in pericolo giorno dopo giorno per raggiungere le due stazioni adiacenti Cibali: la fermata Milo (verso Stesicoro) e la fermata San Nullo (in direzione Nesima). In questo caso però FCE può fare ben poco, le responsabilità sono in toto del Comune.
Se per raggiungere Milo infatti il pericolo maggiore è rappresentato da marciapiedi – solo in alcuni tratti – stretti e inutilizzabili a causa di auto parcheggiate impropriamente e piante rampicanti sporgenti, ben più grave è la situazione per San Nullo: il cittadino che vuole raggiungere la stazione della metropolitana è infatti costretto ad attraversare una rotatoria in piena circonvallazione (viale Antoniotto Usodimare) senza strisce pedonali. Cosa si aspetta, che accada una disgrazia per intervenire? E non è nemmeno detto che qualcosa cambi (vedi l’attraversamento in prossimità dell’ingresso pedonale della Cittadella Universitaria). Per non parlare poi dell’evidente dissesto in cui versa il marciapiede, ancora più tangibile con condizioni atmosferiche sfavorevoli, come testimoniano le foto.
“Incoraggiando i giovani – e non solo aggiungerei – ad utilizzare i mezzi pubblici si esorta a cambiare mentalità” aveva affermato il rettore Francesco Basile all’inaugurazione della navetta Metro Shuttle. A sostegno delle parole del Magnifico e convinti che l’utilizzo della metro e dei mezzi pubblici in generale, siano sinonimo di mobilità sostenibile e conseguentemente di civiltà, ci chiediamo: siamo disposti a cambiare e far cambiare mentalità se questo significa rischiare quotidianamente la propria incolumità? Ai posteri l’ardua sentenza.