Oggi come oggi, la scuola è in stato di emergenza. A causarlo è anche il problema relativo alle numerose cattedre di matematica vuote.
Numeri che fanno preoccupare studenti, docenti e presidi. Sono proprio i professori di matematica che non si trovano e ciò comporta la presenza di cattedre vuote. Problema che si aggrava e accentua ancor di più per le scuole secondarie di I e II grado, tra la Lombardia e altre regioni del Nord Italia, che si portano a 4.000 cattedre di matematica vuote.
Un problema che potrebbe essere risolto con il “Concorso 2016”: oltre ai vincitori del concorso (2.200), probabilmente il restante vuoto, potrà essere coperto da supplenti e dagli stessi bocciati del concorso, che tra le varie regioni d’Italia, sono numerosi.
Ad intervenire è stata pure il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, che ha subito cercato di collegare tutti i problemi tra di loro: tra questi, c’è lo scarso appeal dello stipendio per il professore di ruolo e anche i pochi laureati in matematica. Laureati in matematica che vengono subito presi dai dirigenti di alcune scuole, per coprire il vuoto, ma a cui vengono accostate alcune difficoltà.
Oltre alla Fedeli, è stato poi il professore ordinario di matematica alla Libera università di Bolzano, Giorgio Bolondi, a mettere al centro di tutto l’università. Come riporta “la Repubblica”, Bolondi dichiara: “L’università si deve far carico del problema: non laureiamo abbastanza matematici, i nostri corsi di laurea in molti casi hanno ancora come figura di riferimento l’insegnante di matematica della scuola della riforma Gentile e vedono l’insegnante come un sottoprodotto del matematico. Di conseguenza non sviluppano o reclutano risorse sufficienti per questo lavoro di formazione“.