Come ogni anno, in occasione della Giornata Mondiale per la Lotta contro l’Aids che ricorre l’1 dicembre, arriva puntuale il rapporto Onu su questa terribile malattia, mostrando da un lato segni incoraggianti e allo stesso evidenziando quanto ancora ci sia da fare.
Incoraggia sicuramente il fatto che il numero dei bambini infetti stia diminuendo, questo grazie all’accesso alle cure anti-retrovirali che hanno ridotto notevolmente la trasmissione del virus madre-figlio, tanto che le infezioni tra i bambini sono scese del 51%.
Molto invece c’è da fare nella fascia d’età compresa tra 15 e 24 anni, in particolare tra le ragazze: nel 2015 sono state circa 7500 le giovani donne infettate, con una media di una al giorno. In tutto il mondo tra il 2010 e il 2015 l’infezione in questa fascia è stata ridotta del 6%, e l’emergenza è maggiore soprattutto in Africa meridionale dove le ragazze rappresentano il 90% delle infezioni tra giovani compresi tra i 10-19 anni.
Altro dato importante le infezioni continuano a crescere tra i tossicodipendenti( 36%) e, cosa che da tempo preoccupa la comunità scientifica, anche tra gli adulti aumenta la difficoltà a controllare l’infezione facendo presagire l’incubo della farmaco-resistenza. Nel 2015 36,7 milioni di persone ( di cui 1,8 milioni bambini) convivono con il virus; le nuove infezioni sono state circa 2,1 milioni e le morti causate dall’aids circa 1,1 milioni.