Maturità 2026: L’esame di maturità 2026 introduce cambiamenti significativi rispetto agli anni precedenti, grazie alla conversione in legge del decreto n. 127 del 9 settembre 2025, approvata con la Legge n.164 del 30 ottobre 2025. Pur mantenendo invariate le prove scritte, le modifiche riguardano soprattutto la composizione delle commissioni, il colloquio orale e il peso del voto di condotta.
L’obiettivo è rendere l’esame di Stato non solo un momento di verifica delle conoscenze acquisite, ma una valutazione integrale dello studente, che tenga conto delle competenze disciplinari, delle capacità critiche, della responsabilità personale e dell’impegno nello studio e nella vita scolastica. In pratica, la maturità 2026 vuole diventare un’occasione di crescita e orientamento per i ragazzi, aiutandoli a prepararsi alla vita post-scuola in modo consapevole.
Maturità 2026: Commissioni ridotte e ruolo chiaro dei commissari
Una delle novità principali riguarda la struttura delle commissioni d’esame. Ogni commissione sarà formata da 5 membri: un presidente esterno, due commissari esterni e due interni. Questa riduzione dai sette componenti precedenti mira a rendere più agile la gestione delle prove e garantire maggiore equilibrio nella valutazione.
Le commissioni saranno costituite ogni due classi, e ciascun commissario ha compiti ben definiti. I membri esterni assicurano imparzialità e uniformità, mentre i commissari interni conoscono da vicino gli studenti e il loro percorso scolastico. In più, il Ministero dell’Istruzione prevede formazione specifica per i commissari, così da allineare le modalità di valutazione in tutte le scuole e rendere più coerente il processo di esame.
Questo nuovo modello, oltre a rendere più chiaro il ruolo di ciascun membro della commissione, consente di valorizzare la conoscenza diretta dei docenti interni, combinata con il giudizio oggettivo dei commissari esterni. Il risultato è un esame più equilibrato, capace di premiare davvero merito, impegno e competenze.
Maturità 2026: Prova orale obbligatoria e finalità formative
La prova orale diventa obbligatoria. Questo significa che uno studente che, pur avendo superato le prove scritte e raccolto sufficienti crediti, decidesse di non sostenere il colloquio, risulterebbe non idoneo all’esame.
Il colloquio ha una finalità ben precisa: non si limita a verificare conoscenze e contenuti disciplinari, ma valuta la capacità dello studente di collegare le informazioni, di argomentare in modo critico e personale e di dimostrare maturità e responsabilità. Durante il colloquio vengono considerate anche le competenze trasversali, come quelle acquisite attraverso l’educazione civica, l’esperienza scuola-lavoro e altre attività coerenti con il percorso di studio.
Per esempio, al liceo scientifico, i commissari che hanno curato le prove scritte (italiano e matematica) seguiranno anche le relative parti del colloquio, mentre le altre due materie orali potranno riguardare storia, filosofia, lingue straniere o discipline pratiche come disegno o scienze motorie, a seconda dell’indirizzo. In questo modo, il colloquio non è più solo una verifica finale, ma un momento in cui lo studente può dimostrare capacità di sintesi, ragionamento critico e preparazione globale.
Prove scritte: conferme e novità operative
Le prove scritte restano due, ma la loro gestione è stata rivista. Saranno affidate a due commissari distinti, di cui uno interno e uno esterno, a seconda delle materie caratterizzanti dell’indirizzo di studio. Entrambi i commissari faranno parte della commissione, contribuendo anche alla valutazione del colloquio orale nelle rispettive materie.
Il Ministero, attraverso un decreto annuale di gennaio, individua le materie della seconda prova scritta, eventuali terze prove per specifici indirizzi e le discipline oggetto del colloquio. Questo consente di rendere ogni anno l’esame più chiaro e uniforme, evitando discrepanze tra scuole diverse e valorizzando le competenze effettivamente maturate dagli studenti.
Il peso del voto di condotta e l’orientamento alla vita futura
Una novità di grande rilievo riguarda il voto di condotta, che assume un ruolo determinante nei crediti scolastici. Solo gli studenti con almeno 9 in condotta possono ottenere il punteggio massimo, sottolineando l’importanza del comportamento, dell’impegno e della responsabilità personale.
Questo approccio ribadisce che la maturità non misura soltanto il sapere teorico, ma anche la capacità di gestire in modo autonomo e responsabile la propria vita scolastica. Il voto di condotta, unito alla prova orale, diventa così uno strumento per orientare gli studenti verso scelte future consapevoli, premiare chi ha mostrato impegno costante e valorizzare le competenze trasversali che saranno utili nel percorso universitario o professionale.













