Secondo i dati forniti da Eduscopio, cresce il tasso di occupazione tra i diplomati tecnici e professionali, che raggiunge il 35%: un incremento di 5 punti rispetto al 2020. Tuttavia, questo miglioramento evidenzia una significativa riduzione del numero di giovani che, dopo il diploma, scelgono di proseguire con il percorso universitario.
Incremento dellāoccupazione
Lāincremento dellāoccupazione tra i diplomati non ĆØ una sorpresa. Lo stesso Ministero dellāIstruzione aveva giĆ segnalato alle famiglie lāimportanza delle opportunitĆ lavorative offerte dai percorsi tecnici e professionali.
Secondo le proiezioni ministeriali, nel periodo compreso tra il 2024 e il 2028 ci sarĆ una forte domanda di lavoratori con questo tipo di formazione. Si stima infatti che le aziende richiederanno annualmente tra 182mila e 207mila diplomati tecnici e professionali, a fronte di unāuscita di appena 156mila giovani. Ciò potrebbe lasciare scoperti dai 26mila ai 51mila posti di lavoro allāanno.
Carenza di personale
Le difficoltà si registrano in diversi ambiti. Tra i più colpiti troviamo:
- Finanza e marketing, che richiedono competenze specifiche per la gestione aziendale;
- Meccanica, meccatronica ed energia, settori strategici per il comparto industriale.
- Ancora più marcata sarà la carenza per i giovani provenienti dai percorsi di Istruzione e Formazione professionale (IeFp), di durata triennale o quadriennale.
In quest’ultimo caso, la domanda oscillerĆ tra 136mila e 153mila posti, mentre lāofferta di giovani lavoratori si fermerĆ a 66mila-83mila: meno della metĆ delle necessitĆ del mercato.
Quali settori saranno più in crisi?
I comparti con maggiori difficoltĆ a trovare personale qualificato includono:
- Settore edile ed elettrico, con una crescente richiesta di tecnici;
- Settore meccanico e agricolo, in cui la domanda supera di gran lunga lāofferta;
- Ruoli di segreteria, dove servono figure in grado di gestire attivitĆ amministrative e organizzative.
Questi dati pongono quindi lāaccento sullāimportanza di una maggiore valorizzazione dei percorsi di formazione tecnica e professionale. Investire su questi settori potrebbe non solo ridurre il divario tra domanda e offerta di lavoro, ma anche garantire unāoccupazione stabile per i giovani, in un mercato che necessita sempre più di competenze specifiche e qualificate.












