Morti sul lavoro, la tragedia continua, stando ai dati dall’inizio dell’anno alla fine di luglio sono 577 le vittime sul luogo di lavoro registrate, 18 i decessi in più del 2023, registrando un aumento del 3%, una vittima su 5 è straniera.
Morti sul lavoro: zone di rischio
Vega osservatorio sicurezza e ambiente, nel suo comunicato, ha delineato delle zone d’interesse, dividendole per colore. In zona rossa, zona in cui si sono verificate più morti sul luogo di lavoro. Tra le regioni in zona rossa, abbiamo la Valle D’Aosta, il Trentino-Alto Adige, Molise, Umbria, Sicilia ed Emilia Romagna. La nostra regione si situa in quelle a maggior rischio incidenti.
Le regioni, dove si sono registrate le minori incidenze sono: Le Marche, il Veneto, la Liguria e il Friuli Venezia Giulia. A finire in zona rossa a luglio, sono le regioni con un incidenza superiore al +25% rispetto alla media nazionale.
La zonizzazione dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:
- Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale
- Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale
- Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale
- Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale
Morti sul lavoro, i dati
Sono 440 le vittime sul luogo di lavoro registrate, il settore più pericoloso rimane quello delle costruzioni, con un totale di circa 80 vittime fino a luglio.
Continua a crescere il numero delle denunce di infortunio, sia mortali che non, con un aumento di quasi il 2% rispetto all’anno precedente. Ancora il settore con più denunce d’infortunio è nelle Attività manifatturiere, seguito dal settore edilizio, poi sanitario, dei trasporti ed, infine, del magazzinaggio e commercio
Le vittime complessive del fenomeno “morti bianche” sono 577 in totale, di cui 137 in itinere.
Le denunce per genere, nazionalità ed età
Le denunce di infortunio delle lavoratrici da gennaio a luglio 2024 sono state 124.171, quelle dei colleghi uomini 226.652.
Le denunce di infortunio in occasione di lavoro (esclusi dunque gli infortuni in itinere) sono state 295.159 a fine luglio 2024: 97.349 sono le donne e 197.810 gli uomini.
Le denunce di infortunio in occasione di lavoro degli italiani sono 234.633, mentre degli stranieri sono 60.526.
La fascia di età più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 77.346 denunce (il 22,0% del totale).
Il commento ai dati aggiornati al Luglio 2024
“Sono passati sette mesi dall’inizio dell’anno. E, purtroppo, la tragedia delle morti sul lavoro continua con numeri in crescita rispetto all’anno scorso. Infatti, sono 577 le vittime: 18 decessi in più del 2023 (+3,2%). Una vittima su cinque è straniera. Una rilevazione che mette tristemente in luce quella che viene erroneamente chiamata “emergenza”, quando invece parliamo di uomini e donne che perdono ogni giorno la vita sul posto di lavoro a causa, il più delle volte, di gravi lacune che si manifestano quotidianamente sul fronte della prevenzione e della sicurezza” queste le parole di Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering, Essendo consapevoli che i numeri assoluti possono portare a conclusioni non corrette, cerchiamo di mettere ancor più a fuoco il fenomeno per mezzo dell’incidenza infortunistica, un indicatore che consente di identificare e mappare le regioni dove è maggiore il rischio di infortunio per i lavoratori“