La prossima settimana, nella notte tra sabato 30 e domenica 31 ottobre, giunge l’ora solare. Esattamente, intorno alle 3 di notte, le lancette dovranno essere portate indietro di 60 minuti, ritornando quindi dalle 2 di notte.
L’ora solare permetterà di dormire un’ora in più, ma la novità consiste nell’avere un’ora di luce in più la mattina, ma già la sera farà buio presto. Il cambio si farà nuovamente nell’ultimo weekend di marzo 2022, quando si ritornerà all’ora legale.
Porre fine all’ora solare?
In realtà, l’Europa aveva proposto di porre fine a questo passaggio, ma, anzi, l’idea sembra essere stata accantonata, dopo l’arrivo della Commissione Von Der Leyen e con la pandemia da Covid-19. Sembra che il passaggio tra ora legale e solare non abbia trovato ancora un accordo fra i vari membri dell’Unione Europea.
Intanto, la Slovenia, a cui è stata conferita l’attuale presidenza di turno del Consiglio Ue, non ha espresso opinioni e pareri sull’argomento, né tantomeno ha inserito il tema all’interno del programma di lavoro.
“La proposta – spiega un funzionario Ue – è stata discussa l’ultima volta in Consiglio nel dicembre 2019. Poiché la decisione sul cambio dell’ora ha così tante ramificazioni, molti Stati membri hanno ritenuto che sarebbe necessaria una valutazione d’impatto prodotta dalla Commissione prima di poter prendere posizione. Un’altra questione che è stata spesso menzionata è stata la necessità di un coordinamento tra Stati membri confinanti, per evitare un mosaico di fusi orari diversi se rinunciassimo al sistema attuale”.
La nascita dell’annullamento dell’ora solare
Nell’agosto del 2018, l’ex presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, voleva a tutti i costi eliminare il cambio dell’ora, presentandosi alla tv pubblica tedesca Zdf: “Abbiamo condotto un sondaggio, milioni di persone hanno risposto e crediamo che in futuro l’ora legale dovrebbe essere in vigore tutto l’anno, ed è quello che accadrà”.
Presentata la proposta legislativa, i risultati furono evidenti: con 4,6 milioni di risposte, l’84% erano favorevoli all’interruzione dell’ora. Secondo gli studi effettuati dalla Commissione, il cambio comporterebbe danni alla salute psico-fisica, oltre che a sottolineare la scarsa rilevanza in termini di risparmio energetico del cambio.
In tutta l’Unione europea, sono tanti i problemi legati al cambio dell’ora: non solo i fusi orari in cui è diviso il continente, ma anche la latitudine tra i paesi del Nord e quelli del Sud. Tuttavia, mantenere l’ora legale non porterebbe vantaggi ai paesi del Nord che hanno già molte ore di luce.
Per risolvere il problema la Commissione aveva proposto ai paesi di scegliere quale orario adottare. “Questa proposta – ha detto il portavoce della Commissione Stefan de Keersmaecker – ha avuto l’appoggio del Parlamento europeo nel 2019 e la palla è ora è nel campo degli Stati membri che devono trovare una posizione comune nel Consiglio dell’Ue”.