Con la ripresa delle attività didattiche, che è avvenuta per molti già da qualche giorno, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si tiene fermo sulla convinzione che la buona riuscita della campagna vaccinale possa far sì che gli istituti di ogni grado possano continuare ad essere aperti in totale sicurezza. Affermando inoltre che: ”rinunciare alla scuola in presenza è stato un sacrificio pesante”, ricordando questi due anni pieni di sofferenza per la travagliata didattica a distanza a cui molti non erano affini, insegnanti ed alunni, e prospettando una pronta libertà dovuta all’efficacia della campagna vaccinale in atto.
Sono delle parole motivanti quelle espresse dal Presidente nei confronti di questo inizio di anno scolastico. ”Sarà un anno scolastico speciale” – dichiara Mattarella.
Tuttavia, il Presidente ricorda che sono stati soprattutto i giovani a dire sì alla campagna vaccinale, rispetto a gli adulti che ancora ad oggi tentennano a riguardo. ”La scuola non è un capitolo accessorio – termina Mattarella – è centrale, ed è il volano migliore per il domani di tutti noi. Servono impegni concreti, progetti adeguati, assunzioni di responsabilità”.
Con la definitiva riapertura di oggi delle scuole di Calabria e Puglia, sono all’incirca 8 milioni gli studenti italiani che sono tornati in classe. Ma al tempo stesso si registrano circa 200 classi per un totale di all’incirca 5 mila studenti tra ragazzi e bambini, che a causa contagi sono ritornati alla tanta discussa didattica a distanza (Dad).
Tanto discussa e tanto amata da altri, la Dad, o meglio dire nella sua completezza ”Didattica a distanza”, sarà necessaria afferma il presidente dell’Associazione presidi italiani, Antonello Giannelli, fin quando non ci sarà la quasi totalità degli studenti vaccinati.
Rimane un po’ di amaro in bocca invece per gli insegnati che aspetto le regole specifiche per queste nuove situazioni dovute all’introduzione del green pass obbligatorio e di tutte le specifiche norme di distanziamento. ”I presidi chiedono un maggiore coordinamento tra gli assessorati regionali alla Salute, le Asl, i medici di famiglia, le stesse famiglie e le scuole: spesso veniamo a conoscenza di ragazzi in quarantena direttamente dalle famiglie mentre dovremmo saperlo dalle Asl, c’è confusione” – afferma il presidente dell’Associazione presidi di Roma Mario Rusconi.
Ieri infine i Cobas, il Comitato Priorità alla scuola ed altre sigle, è sceso in piazza per dire no alle ”classi pollaio”, e chiedere più investimenti per le assunzioni di personale e l’edilizia scolastica.