Il 13 agosto ricorre la giornata internazionale dei mancini, una celebrazione simbolica per celebrare coloro che hanno la capacità di scrivere con la mano sinistra. Se fino a qualche anno fa i mancini venivano obbligati a correggere questa loro caratteristica, imparando a scrivere con la mano destra, oggi la loro particolarità è stata molto rivalutata.
Infatti, alcuni studi dimostrano che chi scrive con la sinistra sviluppa, di conseguenza, anche l’emisfero sinistro del cervello ed è decisamente più creativo di chi usa la destra. La storia e l’attualità ci dimostrano poi che gran parte delle personalità più influenti sono mancine. Ad esempio, lo è l’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e anche il principe William di Inghilterra. Un illustre esempio di mancismo nella storia fu Napoleone, personalità intelligente e grande stratega dell’età moderna. Anche Albert Einstein, padre della teoria della relatività, scriveva con la mano sinistra.
Tra i soggetti più carismatici della storia dell’arte ricordiamo Vincent Van Gogh e Leonardo Da Vinci, che più di tutti dimostra la tesi del maggiore sviluppo creativo di chi scrive con la sinistra. Infatti, Da Vinci era pittore, architetto e ingegnere, e il suo caso di mancinismo è particolare, se si pensa che egli dovette imparare a scrivere con la sinistra a causa di un incidente.
Tuttavia, la maggior parte dei mancini lo sono dalla nascita e, secondo un articolo di Huffington post, si stima che la popolazione mancina sia cresciuta dal 2% al 10% nell’arco di quasi duecento anni. Probabilmente, questo è dovuto al fatto che non si corregge più chi scrive con la mano sinistra, la cosiddetta “mano del diavolo”, secondo antiche credenze superstiziose.
Nonostante questo, se ci guardiamo intorno, gli arnesi che utilizziamo quotidianamente sono pensati per chi scrive con la mano destra. A cominciare dal mouse del computer, le forbici, la stessa disposizione di porte, cucine, lavelli ecc. Però, se i mancini sono effettivamente molto più creativi, ciò si rivela anche nel loro spirito di adattamento che impiegano per adoperare strumenti e oggetti in una società che, se prima li criticava, ora sta iniziando ad apprezzarli.