Voli cancellati e rimborso biglietto aereo: sono centinaia le foto degli aeroporti vuoti, spettrali. Ancor di più sono le immagini che ritraggono decine di aerei costretti a terra; talmente tanti, innumerevoli, che si è dovuto parcheggiarli, in alcuni casi, nelle stesse piste degli aeroporti, fermi fino a chissà quando. Un così grande numero di aeromobili a terra, com’è giusto pensare, ha portato alla conseguenza inevitabile dell’annullamento di migliaia di voli: a prescindere che fossero prenotati da poco o molto tempo, i viaggiatori hanno fronteggiato l’impossibilità di spostarsi per tutto il periodo del lockdown.
Ma oltre al danno, da più di due mesi si cerca di fronteggiare anche quella che potrebbe essere in molti casi una beffa. Infatti, i viaggiatori impossibilitati a partire si sono ritrovati a non poter chiedere una qualsiasi restituzione della cifra spesa. Ecco perché, adesso, l’UE ha deciso di intervenire, scrivendo agli organi governativi di molti dei stati che vi fanno parte: tra di essi, vi è anche l’Italia.
Rimborso biglietto aereo: l’antefatto
Viste le numerosissime cancellazioni dei voli, l’Italia, come altri 12 paesi europei, ha consentito alle compagnie aeree e ai tour operator di non rimborsare i biglietti e i pacchetti prenotati. La soluzione sostitutiva optata, invece, è un voucher: la possibilità, dunque, di recuperare il viaggio una volta terminato il peggio. Questa soluzione, ad esempio, è stata adottata dalla celebre compagnia low-cost Ryanair. I voli cancellati infatti verranno rimborsati solamente dopo 12 mesi, se non si potrà fare in alcun modo utilizzo del voucher riscattato.
Ciò ha portato ad una vera e propria rivolta da parte dei passeggeri mancati: perché non ottenere un rimborso completo? Perché dover attendere per un viaggio, quando magari non lo si vorrà fare più? Perché, soprattutto, questa indisponibilità alla restituzione dei soldi, che potrebbero essere utili per ben altri motivi in un periodo di crisi senza precedenti come questo?
La risposta della UE
Le lamentele dei passeggeri, fortunatamente, sono arrivate fino a Didier Reynders e Adina Valean (membri della Commissione Europea in fatto di Giustizia e Trasporti). La risposta è stata più che decisa: l’Italia, assieme a paesi come Francia, Spagna e Grecia, ha ricevuto una lettera in cui viene richiesto se “la legislazione in materia di diritti dei passeggeri e pacchetti turistici sia rispettata”.
Infatti, secondo l’UE, i viaggiatori hanno diritto alla scelta: possono decidere di riscattare un voucher per rimandare il viaggio, ma hanno sempre e comunque diritto ad un pieno rimborso. Momentaneamente, dunque, la lettera rappresenta solo un avvertimento; come spiegato, però, “non esiteremo a prendere la misure necessarie se i Paesi non si conformeranno rapidamente”. Motivo per cui, l’Italia, assieme a Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Lussemburgo, Malta, Polonia, Portogallo e Paesi bassi, potrebbe incorrere nel rischio di una procedura d’infrazione.