Dagli ultimi dati ISTAT rilevati per il decennio 2009-2018 risulta che lo scorso anno in 157mila sono emigrati all’estero, un aumento dell’1,2% rispetto al 2017. Tre su quattro sono italiani, per un totale di quasi 117mila (+1,9%) cittadini in fuga dal Bel paese.
Nel periodo precedente tra il 1999 e il 2008, 428mila erano le partenze rispetto ai 380mila rimpatri, per una differenza in negativo di 48mila unità. Nell’ultimo decennio (2009-2018) i dati sono cresciuti esponenzialmente: 816mila espatri e solo 333mila rientri, per una differenza media annua di circa 70mila italiani. In generale gli uomini emigrano più delle donne, ma l’aumento risulta costante per entrambi i generi.
Fuga dei cervelli
Una volta emigrati, sempre più italiani decidono di stabilirsi all’estero e con questi ritmi il Paese potrebbe svuotarsi prima di quanto immaginiamo, in particolare delle sue eccellenze: nel 2009-2018, sono stati 182mila i laureati emigrati all’estero, una fuga di cervelli che non sembra arrestarsi. Solo nel 2018 hanno lasciato il paese in 29mila (+6% sul decennio, ma ben il 45% in più negli ultimi 5 anni), la maggior parte dei quali cerca fortuna nel Regno Unito (21mila).
La regione più colpita da questi flussi è la Lombardia, con 22mila cancellazioni per l’estero, seguono il Veneto e la Sicilia (11mila emigrati), il Lazio (10mila) e il Piemonte (9mila). Il tasso di emigratorietà più elevato si ha in Friuli-Venezia Giulia (4 italiani su 1.000 residenti), Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta (3 italiani su 1.000), grazie anche alla posizione geografica di confine che facilita i trasferimenti con i paesi limitrofi. Il tasso in Sicilia è di 2,4 su 1.000, mentre quelli più bassi si riscontrano in Basilicata, Campania e Puglia, con valori pari a circa 1,3 per 1.000.
Per quanto riguarda i flussi interni, gli abitanti del Sud e delle Isole continuano a spostarsi verso il Centro e Nord Italia in cerca di lavoro e di una migliore qualità della vita. Sono oltre 117mila i movimenti dal meridione al settentrione, il 7% in più rispetto al 2017. Il più alto numero di laureati emigrati al Nord si ha in Sicilia e Campania, regioni che perdono circa 8.500 laureati di 25 anni o più.