Fanno giร discutere le novitร introdotte nel testo della Manovra approvato in Senato, in particolar modo la deroga per l’iscrizione agli ordini per chi abbia svolto professioni sanitarie senza il possesso di un titolo abilitante per l’iscrizione all’albo.
Si legge nel comma 283 bis del testo: “Ferma restando la possibilitร di avvalersi delle procedure per il riconoscimento dellโequivalenza dei titoli del pregresso ordinamento alle lauree delle professioni sanitarie […] coloro che svolgono o abbiano svolto un attivitร professionale in regime di lavoro dipendente o autonomo, per un periodo minimo di 36 mesi, anche non continuativi, negli ultimi 10 anni possono continuare a svolgere le attivitร professionali previste dal profilo della professione sanitaria di riferimento, purchรฉ si iscrivano, entro il 31 dicembre 2019, negli elenchi speciali ad esaurimento istituiti presso gli ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e della prevenzione”.
L’obiettivo sarebbe quello di agevolare chi giร prossimo alla pensione, dando la possibilitร di continuare a esercitare senza dover supplire all’assenza di un titolo specifico. L’Associazione Italiana Fisioterapisti, tuttavia, denuncia il provvedimento come una “sanatoria globale per tutti gli abusivi in sanitร ”.
In una nota del 21 dicembre dell’AIFI si legge: “Assisteremo al paradosso che chi ha lavorato come dipendente o autonomo svolgendo attivitร riconducibili a quelle di una professione sanitaria come il fisioterapista o altra professione, senza titoli di studio abilitanti allโesercizio, verrร iscritto in elenchi speciali, potendo cosรฌ continuare ad esercitare abusivamente.ย Manca la previsione di quali titoli di studio permetterebbero tale iscrizione, mancano le modalitร di verifica delle reali competenze degli iscritti agli elenchi speciali necessarie per potersi occupare della salute delle persone. Una assurditร totale. Nessuno, politica o sindacati, potrร cavarsela con la scusa di aver salvato posti di lavoro”.