È di qualche giorno fa la notizia della decisione della Commissione Europea di espandere il già popolarissimo progetto Erasmus+ con una nuova versione digitale volta a connettere sempre più i giovani studiosi o lavoratori UE tra i 18 e i 30 anni con loro coetanei provenienti da altri paesi dell’area del Mediterraneo. Si tratta, come afferma la Commissione, di un’aggiunta al programma tradizionale e non una sua sostituzione.
I paesi coinvolti nell’ambito del progetto Erasmus+ sono già 33, ai quali sono stati aggiunti Algeria, Egitto, Israele, Palestina, Giordania, Libano, Libia, Marocco, Siria e Tunisia. Grazie a “virtual exchange”, questo il nome della nuova iniziativa, circa 25mila giovani nei prossimi 2 anni potranno affinare le proprie capacità e stare in contatto con ragazzi che vivono all’estero con l’aiuto di strumenti di apprendimento digitale. Sono previste infatti attività come discussioni in teleconferenza, gruppi di lavoro internazionali o corsi di formazione online. La fase pilota del piano si concluderà a dicembre, e sarà finanziata da 2 milioni di euro.
Si cerca, in questa fase preparatoria, la partecipazione di almeno 8mila giovani. Poi, in caso di buona riuscita, si prolungherà il progetto per un altro anno, mirando a coinvolgere altre decine di migliaia di persone e, forse, ad estenderlo in altri paesi.
In questo modo i giovani potranno più facilmente connettersi con realtà lontane dalla loro stavolta con l’ausilio delle nuove tecnologie. L’obiettivo è un po’ il filo conduttore di tutti i progetti Erasmus: favorire il confronto positivo tra giovani appartenenti a culture diverse.