L’ipotesi di un nuovo bonus destinato alle famiglie che iscriveranno i figli alle scuole paritarie prende forma all’interno della Legge di Bilancio 2026. A confermarlo è il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che ha lasciato intendere come la misura sia concretamente valutata dal Governo. Secondo quanto riportato da Fanpage, il titolare del Mef ha spiegato che l’intervento potrà essere inserito se verrà trovata la copertura necessaria, sottolineando che la fase attuale della manovra è quella decisiva per la selezione delle misure ritenute prioritarie.
A chi sarà destinato il voucher
Il bonus sarebbe rivolto alle famiglie con un Isee fino a 30mila euro che scelgono un’istituzione scolastica paritaria di primo grado o il primo biennio delle scuole superiori. L’importo potrà arrivare a 1.500 euro per studente, con la possibilità di cumularlo con altri contributi regionali fino a un massimo complessivo di 5.000 euro. Per finanziare la misura, che comporterebbe un costo stimato di 20 milioni di euro, si ipotizza una riduzione del Fondo per gli interventi strutturali di politica economica.
L’iter della legge di Bilancio
La norma, inizialmente non compresa tra gli emendamenti “segnalati”, potrebbe ora rientrare nella discussione grazie a un collegamento con la proposta presentata dal senatore Lotito. Secondo fonti della maggioranza, le probabilità che la misura venga accolta sono alte. La Legge di Bilancio dovrebbe approdare in Aula al Senato il 15 dicembre, mentre il voto in commissione sugli emendamenti è previsto nella settimana successiva, dopo la festività dell’Immacolata.
Il contenuto dell’emendamento
L’emendamento a firma Lotito introduce un sostegno economico annuale per le famiglie che optano per la scuola paritaria, con contributi modulati in base all’Isee e con un tetto di spesa nazionale di 20 milioni annui. Il Ministero dell’Istruzione dovrà definire criteri e fasce di intervento, mantenendo un equilibrio tra il sostegno alle famiglie e la sostenibilità finanziaria della misura, da coprire tramite una riduzione del fondo dedicato alle politiche economiche strutturali.












