La cerimonia di premiazione del Premio Pirandello 2025 si è svolto ad Agrigento nel suggestivo Palazzo dell’ex Collegio dei Padri Filippini, trasformando una giornata di novembre in un ritratto vivido di giovani talenti, cultura siciliana e identità in dialogo. L’iniziativa, promossa dall’ERSU di Catania in collaborazione con l’Università degli Studi di Catania, l’Università Kore di Enna e l’ERSU di Enna, con il patrocinio della Città di Agrigento e della Fondazione Federico II, ha mostrato ancora una volta quanto l’eredità culturale di Pirandello continui a parlare al presente.
Un premio che non celebra solo la scrittura, ma la continuità di una voce: quella di Luigi Pirandello, che torna a farsi strada tra i giovani universitari che oggi interrogano, proprio come lui , l’identità, il tempo, la parola e la maschera.
Le vincitrici e i vincitori del Premio Pirandello 2025
Al centro del Premio, quest’anno, tre giovani voci: Elisa Caruso, Domenico e Aurora Lombardo. Tre sensibilità diverse, tre modi di guardare alla scrittura e al mondo. Li abbiamo intervistati, lasciando che fossero proprio le loro parole; autentiche, integre, luminose, a raccontare il senso profondo di questa edizione.
1° classificata: Elisa Caruso, coordinatrice della redazione di LiveUnict
Studentessa di Giurisprudenza a Catania e coordinatrice della redazione LiveUnict, Elisa Caruso è la prima classificata Premio Pirandello 2025. La prima domanda non poteva che partire dal cuore del suo elaborato: un testo che esplora il valore originario della scrittura, quella che nasce per ricordare, per custodire ciò che la memoria umana non riesce a trattenere. Elisa racconta:
“Il mio elaborato nasce da una riflessione sul valore originario della scrittura: un mezzo che non serve solo a comunicare, ma a ricordare, a custodire ciò che la memoria umana non riesce a trattenere. Ho voluto mostrare come, da secoli, l’uomo scriva per stabilire un dialogo infinito con chi lo circonda e con chi lo precede.
Al centro del testo c’è la consapevolezza che la nostra società, pur ricca di tecnologia, rischia di perdere proprio quel tipo di connessione profonda che solo il pensiero critico e la lentezza della lettura possono offrire. Dedico questo riconoscimento al piacere puro della scrittura come gesto fine a se stesso, non finalizzato alla performance, ai numeri o alla visibilità”.
Il riferimento a Pirandello diventa inevitabile: identità frammentata, sguardi esterni che plasmano e confondono. “Pirandello ci insegna che l’io non è mai uno. La scrittura può diventare l’unico spazio in cui quelle contraddizioni trovano una forma. È la distanza tra ciò che viviamo interiormente e la velocità del mondo esterno… la necessità di non lasciarsi definire solo dallo sguardo altrui, ma di continuare a interrogarsi“.
Per il futuro, Elisa vede una sfida che non riguarda premi, ma un ritmo: “La sfida sarà scrivere continuando a coltivare l’osservazione, la lentezza, la curiosità: qualità che oggi sembrano inattuali ma che rappresentano un atto di resistenza”.
E ai suoi coetanei consegna un invito semplice e rivoluzionario: “Direi loro di riprendersi il diritto al silenzio e alla riflessione… ‘fermarsi’ non significa rinnegare la tecnologia, ma riappropriarsi della propria presenza e della propria capacità critica, credo che sia questo il primo passo per trovare la propria voce”.
La sua voce è limpida, consapevole, quasi un manifesto per chi scrive oggi, quando tutto sembra correre troppo veloce per lasciare spazio alla profondità.
2° classificato: Domenico Rizzo
2° classificato Premio Pirandello 2025, studente del corso di laurea triennale in Lettere, Catania.
Domenico parte da una domanda che attraversa il dibattito culturale contemporaneo: che ne è della carta, ora che il digitale domina tutto? “Il mio elaborato si è incentrato su come, nella realtà di oggi, il cartaceo sta soppiantando il digitale. Ho posto inoltre l’attenzione su modalità digitali per invogliare a leggere sempre più come salotti digitali o biblioteche online gratuite per avere nel palmo della mano la possibilità di scoprire la cultura ed estenderla a tutti”.
La sua posizione, però, non è nostalgica: è pragmatica, giovane, aperta. Gli si chiede: da giovane autore, senti più forte la necessità di raccontarsi con sincerità o la paura di esporsi in un mondo che giudica velocemente? “Entrambi. Bisogna trovare la giusta spinta per raccontarsi liberamente: i giudizi, positivi o negativi, servono a rafforzarsi e a creare un’armatura per affrontare la vita”.
Gli chiediamo dell’incontro con altri studenti, delle emozioni condivise durante il Premio: “Abbiamo avuto l’opportunità di stringere una bella amicizia e un bel legame difficile da dimenticare, suggellato da questa importante esperienza”.
La sua voce è semplice, ma solida: parla come chi ha trovato nello scambio con gli altri un motivo in più per continuare a scrivere, per continuare ad esprimere se stesso in un mondo che cerca di omologarci.
3° classificata: Aurora Lombardo
3ª classificata Premio Pirandello 2025, Aurora: Chinesiologa, Posturologa e Insegnante di Educazione Motoria. Aurora porta nel Premio un punto di vista diverso, inatteso, intensamente pedagogico. Il suo elaborato parla di tecnologia, educazione e infanzia, con una critica chiara: il rischio di perdere la creatività autentica.
“L’elaborato cerca di focalizzare la sua attenzione su quanto dannosa possa essere, a livello pedagogico/educativo, la preponderante presenza nel 2025 di Tecnologia con annessa Intelligenza Artificiale. Il tema si ricollega sicuramente a Luigi Pirandello, non amante particolare del suo ruolo da insegnante, in quanto una didattica troppo strutturata e standardizzata, così come lo è l’Intelligenza Artificiale, priva il bambino/ragazzo, fin dalla Scuola dell’Infanzia arrivando nello specifico alla Scuola secondaria di Secondo Grado, della sua Creatività Pura e Autentica. La Tecnologia dev’essere Integrata, ed utilizzata a supporto di una didattica attiva su più stili di apprendimento, quello visivo nello specifico. Ma senza mai sostituire un prodotto genuino caratteristico dell’età bambina/adolescenziale che sta formando la sua Identità Personale”.
La citazione pirandelliana che inserisce è potente: “L’Artificiale profumerà sempre di plastica, mai potrà sostituire un apprendimento permanente nascosto tra le pagine di un buon libro”. La scintilla creativa del suo testo che potrebbe anche far distinguere l’elaborato è il valore dato alla tradizione, nasce da un ricordo d’infanzia: una canzoncina dell’alfabeto inglese imparata a nove anni e mai dimenticata. Un esempio di apprendimento multisensoriale, emotivo, vivo: “Impariamo e memorizziamo a lungo termine ciò che più abbiamo amato: un suono, un colore, un profumo, un’immagine, un movimento”.
E qui introduce il tema fondamentale del movimento: “Spesso i bambini sono oggi abili nello ‘scrollare’ un tablet ma quasi del tutto privi di schemi motori di base: camminare, correre, rotolare, saltare, strisciare”. Ma il cuore della sua intervista è la gratitudine, la sorpresa, il respiro generazionale: “Ricevere un Premio così aulico, per me, è un immenso onore. Sicuramente dovuti anche al fatto di non essere una studentessa di Lettere e nemmeno di avere 20 anni, come la maggioranza dei ragazzi partecipanti al concorso. Sono un Chinesiologa, Posturologa e Insegnante di Educazione Motoria, di 33 anni, con una passione ben ferrata per la Pedagogia, la Psicologia, la Letteratura, soprattutto siciliana. Amo la Mia Terra, nello specifico la mia Enna, e soffro purtroppo a sentire della dilagazione dei cervelli in fuga.
Il Premio sicuramente, emotivamente parlando, che mi porterò dietro da questo concorso è proprio quello di aver partecipato con ragazzi non miei coetanei.
I giovani che ho incontrato avevano una luce particolare, una curiosità immensa. Questo mi dà speranza. È stato un confronto generazionale di grande mole, di cui sarò sempre grata”. E conclude con una frase che sembra un passaggio di testimone: “‘La Vita o si vive o si scrive’. Questi Giovani Talenti stanno scrivendo l’Identità Storica del nostro Futuro”.
Il valore culturale del Premio Pirandello 2025
Il Premio Pirandello 2025 si è chiuso con applausi, foto, sorrisi. Ma soprattutto con tre voci; Elisa, Domenico e Aurora, che hanno dimostrato quanto la Sicilia sia ancora una terra di pensiero, di scrittura, di ricerca, di desiderio, di fame per la cultura e di speranza.
In un’epoca dominata dalla velocità, questi tre giovani Siciliani hanno scelto la profondità. In un tempo che impone visibilità, hanno preferito autenticità. In un mondo che semplifica, hanno difeso la complessità. E forse Pirandello, osservandoli da quel finestrone alto dell’ex Collegio dei Filippini, avrà sorriso sotto i baffi. Perché la sua Sicilia, quella della parola viva e inquieta, è ancora qui. E grazie a loro, e a iniziative come questa , continua a crescere.
Per LiveUnict, raccontare questi talenti non è solo cronaca: è riconoscere la nuova generazione che sta già costruendo la cultura del domani.













