
Rinnovo contratti PA: aumenti e novità per scuola, sanità ed enti locali. Dopo anni di blocchi e trattative infinite, il pubblico impiego torna finalmente a respirare. In queste settimane, diversi comparti della Pubblica Amministrazione – dalla scuola alla sanità, passando per ministeri ed enti locali – hanno visto la firma dei nuovi contratti collettivi, con aumenti in busta paga, arretrati e novità organizzative che segnano una svolta per centinaia di migliaia di lavoratori. Il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo ha definito la chiusura dei rinnovi “una corsa contro il tempo vinta”: “Abbiamo concluso a tempo record questa tornata contrattuale per tutti i comparti e ora cominciamo a lavorare per il ciclo 2025-2027”.
Ecco, nel dettaglio, cosa cambia settore per settore.
Il nuovo contratto per le funzioni centrali riguarda circa 194 mila dipendenti tra ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici (Inps, Inail, Aci).
Gli aumenti medi sono pari al 6%, con cifre che variano in base al profilo:
Previsti anche arretrati fino a 3.000 euro, che verranno riconosciuti ai dipendenti nei prossimi mesi.
Ma non si tratta solo di aumenti: il contratto introduce anche settimana corta di quattro giorni e un nuovo modello di smart working, più flessibile e meglio regolamentato.
Dopo oltre un anno di negoziazioni, è arrivata la firma sul CCNL Funzioni Locali 2022-2024, che interessa circa 430 mila lavoratori tra Comuni, Province, Regioni, Camere di commercio e Città Metropolitane.
L’intesa, sottoscritta da Cisl, Uil e Cga (mentre la Cgil si è sfilata), prevede aumenti medi di 142 euro mensili a partire da gennaio, con arretrati medi di 2.357 euro netti.
Un riconoscimento importante per chi garantisce ogni giorno servizi pubblici essenziali sui territori, come ha ricordato il ministro Zangrillo: “È un riconoscimento concreto dell’impegno e della professionalità di chi lavora per i cittadini”.
Firmato anche il contratto Istruzione e Ricerca 2022-2024, che coinvolge circa 1,2 milioni di dipendenti, di cui 850 mila docenti.
L’accordo, raggiunto tra Aran e i sindacati del settore (esclusa la Flc Cgil), prevede aumenti medi di 150 euro al mese per 13 mensilità, con punte di:
Grazie ai fondi stanziati nelle ultime Leggi di bilancio e ai 240 milioni aggiuntivi del “Decreto Maturità”, il nuovo contratto garantirà anche arretrati fino a 2.000 euro per i docenti.
Un segnale di attenzione per il mondo dell’istruzione, reduce da anni di precarietà e rinnovi rimandati.
Il 27 ottobre è arrivata anche la firma definitiva per il contratto del comparto Sanità 2022-2024, che interessa 581 mila lavoratori tra infermieri, ostetriche, tecnici, amministrativi e operatori sanitari.
Gli aumenti vanno fino a 172 euro lordi al mese, con arretrati già previsti in busta paga da novembre.
Il nuovo CCNL introduce importanti novità organizzative:
Un cambiamento che punta non solo a valorizzare il personale sanitario, ma anche a migliorare l’equilibrio tra vita privata e lavoro in un settore provato da anni di emergenze.
Soddisfazione anche da parte della premier Giorgia Meloni, che sui social ha rivendicato il risultato come un “impegno mantenuto”: “Dopo anni di blocchi, restituiamo continuità e rispetto a chi lavora ogni giorno per i cittadini. Le risorse stanziate sono imponenti e dimostrano la volontà del Governo di investire sulla Pubblica Amministrazione”.
Un segnale di fiducia per il futuro della PA, con la chiusura di questa tornata contrattuale, la Pubblica Amministrazione entra in una nuova fase: più retribuzioni, più diritti e più flessibilità.
Mentre già si guarda al prossimo ciclo 2025-2027, resta l’obiettivo di una PA più moderna, meritocratica e vicina ai cittadini.
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