
Almalaurea 2025 Giurisprudenza: Nel 2025 il Consorzio Interuniversitario Almalaurea ha pubblicato, come ogni anno, il rapporto sull’occupazione dei laureati italiani. L’indagine prende in considerazione 195 dei 230 laureati nel 2024 presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Catania, offrendo uno spaccato prezioso su carriera, formazione post-laurea, collocamento lavorativo e soddisfazione generale.
L’indagine Almalaurea conferma la prevalenza femminile nel corso di laurea in Giurisprudenza a Catania. Le donne rappresentano il 69,7% dei laureati analizzati, lasciando agli uomini il 30,3%.
L’età media al conseguimento del titolo si attesta a 27,3 anni, mentre la durata media degli studi è di 8 anni, con 4 mesi in meno rispetto ai dati dello scorso anno.
Si tratta di un dato che riflette un significativo fuori corso, calcolato da Almalaurea con un indice di ritardo pari a 0,62 (circa 3 anni oltre la durata regolare del corso). Il voto medio di laurea è 102,4 su 110.
Dal punto di vista socio-culturale, il 40,5% dei laureati ha almeno un genitore laureato: nello specifico, il 22,1% ha entrambi i genitori con un titolo universitario, mentre il 18,5% ne ha solo uno. La maggioranza, pari al 59%, proviene invece da famiglie in cui nessun genitore ha conseguito la laurea. Guardando al livello di istruzione complessivo, il 39,5% dei genitori è in possesso di un diploma di scuola secondaria di secondo grado, mentre il 19,5% ha una qualifica professionale, un titolo inferiore o nessun titolo di studio. Per quanto riguarda la percezione della classe sociale di appartenenza, il 29,7% dei laureati si colloca nella classe elevata, il 29,2% nella classe media impiegatizia, il 17,4% nella classe media autonoma e il 22,1% nella classe del lavoro esecutivo.
Dopo la laurea, la maggioranza dei neolaureati continua il proprio percorso formativo. L’83,3% degli intervistati ha infatti partecipato ad almeno un’attività post-laurea, e il tirocinio è la modalità più diffusa, scelta dal 66,7% del campione.
Questa propensione evidenzia non solo il desiderio di approfondire le competenze, ma anche la necessità di acquisire esperienza pratica, fondamentale in un ambito competitivo come quello giuridico.
Per quanto riguarda l’occupazione a 12 mesi dalla laurea, i dati restituiscono una situazione articolata. Il tasso d’occupazione di quest’anno è del 43,6%, mentre la quota che non lavora ed è impegnata in un corso universitario o un praticantato è del 25,0%. Il 5% degli occupati prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, mentre l’85% ha iniziato a lavorare solo dopo la fine del percorso universitario.
Le professioni intellettuali, scientifiche e ad elevata specializzazione sono quelle che attraggono il maggior numero di laureati (59,3%), seguite dalle professioni tecniche (18,6%) e dalle professioni esecutive d’ufficio (15,3%).
Il panorama contrattuale riflette un mercato ancora instabile: solo il 13,3% dei contratti è a tempo indeterminato, mentre il 48,3% rientra nei contratti formativi. Il lavoro part-time interessa il 33,3% dei lavoratori. In media, i laureati lavorano 33,4 ore settimanali.
Contro ogni previsione e in controtendenza rispetto al fenomeno della “fuga dei cervelli”, la maggioranza degli occupati (80%) rimane a lavorare nelle Isole, e quindi prevalentemente in Sicilia. Solo circa il 15% si sposta nel Nord Italia.
Questo dato può essere letto in due modi: da una parte segnala l’esistenza di opportunità professionali sul territorio, dall’altra potrebbe anche riflettere una limitata mobilità geografica, dettata da condizioni economiche, familiari o culturali. Resta il fatto che il dato rappresenta un importante indicatore di radicamento locale.
La retribuzione netta mensile media dei laureati occupati è di 969 euro. Ma il dato si fa più interessante se lo si analizza per genere: gli uomini guadagnano in media 850 euro, mentre le donne circa 1.041, invertendo le differenze di genere rispetto all’anno precedente, dove gli uomini guadagnavano circa 140 euro in più delle donne.
Alla domanda sull’utilità della laurea nel contesto lavorativo, le risposte sono variegate:
Anche il giudizio sull’adeguatezza della formazione universitaria è spaccato: il 6,7% la ritiene gravemente insufficiente, il 5,0% poco adeguata, mentre l’88,3% si dice molto soddisfatto.
Il rapporto Almalaurea 2025 fotografa una realtà complessa per i laureati in Giurisprudenza dell’Università di Catania. Se da un lato permangono difficoltà legate alla stabilità lavorativa, al ritardo negli studi e alla disoccupazione post-laurea, dall’altro si registra una buona capacità di collocamento locale, una discreta soddisfazione generale e una forte propensione alla formazione professionale post-laurea.
In un contesto ancora segnato da incertezze, il dato che colpisce è la tenuta del mercato del lavoro locale: quasi otto giovani giuristi su dieci riescono a lavorare in Sicilia o nelle Isole, un segnale importante in una regione troppo spesso sinonimo di emigrazione forzata.
Bonus elettrodomestici: novità a riguardo per l'erogazione dell'incetivo. A tal proposito il Ministero delle Imprese…
La SAC, la Società di Gestione degli Aeroporti di Catania, ha annunciato che, a partire…
Concorsi INPS: secondo quanto comunicato dal piano delle assunzioni INPS, incluso nel PIAO 2025-2027, si…
Concorso coadiutori amministrativi: indetto un concorso per coadiutori amministrativi volto a coprire dieci posti nel…
Presentata a Roma la XX edizione del Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes. Quello…
Bonus under 35: sarà possibile ottenere un doppio bonus per i giovani imprenditori under 35…
Questo sito utilizza cookie tecnici e cookie di profilazione di terze parti per la gestione pubblicitaria. Puoi esprimere le tue preferenze sui singoli programmi pubblicitari cliccando su "maggiori informazioni". Scorrendo questa pagina o cliccando in qualunque suo elemento, acconsenti all'uso dei cookie.
Privacy Policy