
Un dato che non lascia spazio a interpretazioni: Renato Schifani è il presidente di Regione meno gradito d’Italia, secondo l’ultimo sondaggio condotto da SWG per l’ANSA. Solo il 25% degli intervistati esprime un giudizio positivo sul suo operato, in calo di due punti rispetto al 2024. Un risultato che lo pone all’ultimo posto della classifica nazionale, distaccato di sei punti percentuali dal penultimo, Francesco Rocca del Lazio, fermo al 31%.
Le opposizioni regionali non hanno perso tempo nel commentare i dati. Per Michele Catanzaro, capogruppo del Partito Democratico all’Assemblea Regionale Siciliana, il sondaggio è “la cronaca di un flop annunciato”. “Congratulazioni al presidente Schifani”, ha aggiunto sarcasticamente, “che conferma di essere alla guida di un governo che sta facendo affondare la Sicilia. Infrastrutture, sanità, crisi idrica, agricoltura… l’elenco dei fallimenti con questo centrodestra è destinato a crescere ancora”.
Anche il Movimento 5 Stelle è intervenuto con durezza. Secondo Antonio De Luca, capogruppo M5S all’Ars, “il sondaggio SWG che relega Schifani all’ultimo posto è il bollino di qualità su un governo che ha brillato solo per fallimenti e disastri”. De Luca sottolinea in particolare la situazione della sanità, tanto da annunciare una manifestazione di protesta il 15 giugno. “Il presidente non è sgradito solo all’opposizione”, ha aggiunto, “ma anche alla maggioranza dei siciliani, che non vedono l’ora di mandarlo a casa”.
In vetta alla classifica troviamo Luca Zaia, presidente del Veneto, con un robusto 70% di gradimento. Seguono Massimiliano Fedriga (Friuli-Venezia Giulia) con il 64% e Stefania Proietti (Umbria) con il 53%. Roberto Occhiuto, presidente della Calabria, si piazza quarto col 52%, superando Vincenzo De Luca (Campania), anche lui al 52% ma in calo di 4 punti rispetto al 2024.
Tra le altre posizioni degne di nota troviamo Eugenio Giani (Toscana) al 47%, Michele de Pascale (neoeletto in Emilia-Romagna) al 45%, Alberto Cirio (Piemonte) al 42%. Più in basso Attilio Fontana (Lombardia) e Michele Emiliano (Puglia), entrambi al 35%, e Marco Marsilio (Abruzzo), terzultimo con lo stesso punteggio.
La posizione occupata da Schifani non è solo simbolica. Riflette una diffusa insoddisfazione popolare nei confronti dell’azione politica regionale, in un contesto in cui i problemi strutturali della Sicilia – dalle infrastrutture al sistema sanitario – sembrano aggravarsi anziché migliorare. Un campanello d’allarme anche per le forze di governo, chiamate a risposte concrete in tempi sempre più stretti.
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