Secondo i dati ISTAT relativi al 2024, il Trentino-Alto Adige si conferma la regione italiana con il più alto tasso di fecondità, registrando un numero medio di figli per donna pari a 1,39. Tuttavia, anche in questa regione si osserva un calo rispetto al 2023, quando il valore era di 1,43. Seguono Sicilia e Campania, che vedono una riduzione della fecondità rispettivamente da 1,32 a 1,27 e da 1,29 a 1,26. L’età media al parto varia leggermente tra queste regioni: 31,7 anni in Sicilia, mentre in Trentino-Alto Adige e Campania si attesta a 32,3 anni.
Forti differenze tra Nord e Sud e all’interno del Mezzogiorno
Le disparità territoriali continuano a caratterizzare il panorama della natalità italiana. Nel Mezzogiorno si trovano sia regioni con i livelli di fecondità più alti – come Sicilia, Campania e Calabria – sia quelle con i valori minimi, tra cui Sardegna, Molise e Basilicata. Questo evidenzia come il fenomeno della denatalità non sia uniforme e colpisca alcune aree in modo più marcato rispetto ad altre.
Le province più prolifiche: Bolzano resta al vertice
A livello provinciale, la provincia autonoma di Bolzano registra il numero medio di figli per donna più alto d’Italia, con un valore di 1,51, seppur in calo rispetto all’1,57 del 2023. Seguono le province calabresi di Crotone (1,36) e Reggio Calabria (1,34), oltre a quelle siciliane di Ragusa e Agrigento (entrambe con 1,34) e Catania (1,33). Questi ultimi dati mostrano come, anche all’interno delle stesse regioni, possano esserci notevoli differenze nei tassi di fecondità.