
Secondo un report della CGIL Sicilia, basato sui dati della piattaforma ReGis del Ministero delle Finanze, ben 334 progetti del PNRR dedicati alla sanità regionale risultano in ritardo. Questi interventi, che avrebbero dovuto ricevere un finanziamento complessivo di 420 milioni di euro, sono bloccati nella loro attuazione. Complessivamente, su 929 progetti finanziati per un totale di 1,4 miliardi di euro, solo il 7% delle risorse è stato effettivamente speso, pari a circa 100,7 milioni di euro, contro una media nazionale del 18,1%.
Uno dei dati più preoccupanti riguarda la realizzazione delle case di comunità, strutture fondamentali per il potenziamento dell’assistenza territoriale. Delle 155 previste con un investimento di 242 milioni di euro, solo 8,7 milioni sono stati spesi, pari a un modestissimo 3,5%.
Il segretario confederale della CGIL Sicilia, Francesco Lucchesi, ha espresso grande preoccupazione per la situazione: “Mentre la sanità regionale è in ginocchio, molti degli interventi finanziati, per un totale di 980 milioni, rischiano di non partire del tutto. A un anno e mezzo dalla scadenza del PNRR sono state inaugurate solo due case della comunità a fronte delle 155 previste e un ospedale di comunità a fronte dei 43 programmati“.
Sulla stessa linea, il segretario regionale della CGIL, Alfio Mannino, ha evidenziato le difficoltà della macchina amministrativa: “Questo la dice lunga su quanto la macchina amministrativa della Regione sia debole e inadeguata. Abbiamo un servizio sanitario ospedalecentrico che ha abbandonato il territorio. La legge sanitaria regionale, vecchia di quindici anni, deve essere completamente riformata. Va creato un solo assessorato al Welfare che metta insieme sanità e assistenza sociale. Oggi mancano 4 mila tra medici e infermieri. È urgente un piano straordinario di assunzioni nella sanità“.
Il tempo stringe e la Regione rischia di perdere ingenti risorse. La scadenza per la realizzazione dei progetti del PNRR è fissata per giugno 2026, ma i ritardi accumulati rendono il traguardo sempre più difficile da raggiungere. Secondo Mannino, solo 109 dei 720 posti letto previsti in terapia intensiva sono stati attivati, mentre dei 24 interventi programmati nei pronto soccorso, solo 8 sono stati completati.
Il responsabile sanitario della CGIL, Renato Costa, ha denunciato la mancanza di una strategia chiara per affrontare la crisi del sistema sanitario siciliano: “La cosa più grave è che si naviga a vista. Non si ha idea su dove intervenire. Non c’è uno studio epidemiologico sullo stato di salute dei siciliani. Non c’è un piano sanitario che connetta un’azienda sanitaria con un’altra vicina. I pronto soccorso sono in crisi perché non c’è alcuna assistenza territoriale e perché c’è carenza di posti letto. Manca una logica nel sistema sanitario regionale che non può essere ridotto ad una semplice rete ospedaliera“.
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