Con lโarrivo delle basse temperature autunnali, torna alla ribalta il problema delle aule scolastiche fredde. Molti studenti si trovano costretti a seguire le lezioni indossando giacche o coperte, mentre alcune scuole ricorrono a stufette elettriche o riducono lโorario scolastico. Allโorigine della questione ci sono impianti di riscaldamento guasti, edifici non adeguati e budget limitati.
Nonostante il cambiamento climatico abbia posticipato lโarrivo del freddo intenso, ogni anno si ripresentano situazioni critiche. Secondo unโindagine condotta su 1.800 studenti di scuole medie e superiori, due su tre dichiarano di soffrire per il freddo in classe, e il 35% definisce il disagio “quasi insopportabile”. Le cronache riportano frequentemente casi di chiusura delle scuole o orari ridotti per problemi legati al riscaldamento.
Cause principali del problema
La maggioranza degli studenti (60%) attribuisce il freddo in aula a impianti di riscaldamento non funzionanti o mal gestiti, mentre il 17% punta il dito contro infissi obsoleti che non trattengono il calore. Inoltre, il 18% segnala la riduzione delle ore di accensione dei termosifoni per contenere i consumi energetici. Un ulteriore 11% evidenzia la gestione inefficiente di impianti ormai inadeguati.
Un altro fattore che contribuisce al disagio รจ la pratica, ancora comune in un terzo delle scuole, di lasciare le finestre aperte per garantire una maggiore circolazione dellโaria e ridurre il rischio di malattie stagionali. Questo accorgimento, adottato per ragioni sanitarie, peggiora le condizioni termiche degli ambienti scolastici.
Adattamenti e proteste degli studenti
In mancanza di interventi strutturali, gli studenti ricorrono a soluzioni fai-da-te. Oltre il 60% segue le lezioni indossando cappotti o giubbotti, mentre il 16% si porta coperte o plaid. Alcune scuole fanno uso di stufette (6%) o trasferiscono le classi in altre aule piรน calde (8%). Il 7% degli studenti ha scelto di protestare non frequentando le lezioni.
Le lamentele formali sono frequenti, ma raramente portano a risultati concreti. Solo il 21% degli intervistati riporta interventi risolutivi, mentre il 25% segnala soluzioni provvisorie. Purtroppo, per oltre il 50% degli studenti, le proteste non hanno avuto alcun effetto.