L’anno accademico è già in corso, ma per molti studenti fuorisede, la ricerca di un alloggio è ancora un percorso ad ostacoli. Secondo una recente indagine di Skuola.net su un campione di 500 universitari, circa uno su tre è arrivato al primo giorno di lezioni senza aver trovato una sistemazione stabile, mentre tra i veterani, oltre il 25% ha cambiato casa, spesso per ragioni economiche legate agli affitti insostenibili.
Il problema principale non è l’inattività degli studenti, ma un mercato immobiliare fuori controllo. Gli affitti troppo alti, la scarsa disponibilità di alloggi e le condizioni spesso inadatte di molte case rendono complicata la ricerca di un’abitazione dignitosa. Inoltre, la scarsità di posti letto negli studentati pubblici (solo 40.000 posti per un totale di 400.000 studenti fuorisede) aggrava ulteriormente la situazione, costringendo molti a soluzioni alternative.
Il costo medio di una stanza singola per uno studente universitario è di circa 430 euro al mese, ma per alcuni i prezzi schizzano vertiginosamente: il 12% degli intervistati dichiara di pagare oltre 800 euro mensili. Un’altra problematica emersa riguarda la discriminazione di genere: quasi la metà degli studenti ha riscontrato annunci in cui l’affitto è riservato solo alle ragazze.
Per molti studenti, la coabitazione è diventata l’opzione più comune, scelta dal 40% degli intervistati, e di questi, il 60% preferisce una stanza singola per preservare la propria privacy. Tuttavia, i costi elevati stanno spingendo sempre più giovani a valutare opzioni alternative come convitti, collegi o persino il ritorno a casa dai parenti.