È di 35 milioni il taglio del Ministero dell’Università e della Ricerca ai danni degli Atenei della Sicilia. Questa la notizia da cui sono scaturite tante polemiche e che rappresenta un serio rischio per la ricerca delle Università dell’Isola. L’incremento di risorse del 21% rispetto agli stanziamenti pre-covid annunciato dalla Ministra Bernini è, quindi, un’altra promessa non mantenuta. Il confronto con i Piani straordinari del 2023 mette in risalto l’allarme rosso per gli Atenei.
I tagli nelle 3 Università siciliane
Di questi 35 milioni di tagli, 12 milioni sono per l’Università di Palermo, 12 milioni e mezzo per l’Università di Catania e oltre 10 milioni per Messina.
Unipa sta riuscendo a rimediare grazie ai 15 milioni congelati del 2023 per lavori alle infrastrutture, all’incremento del 5% delle immatricolazioni e ai 700mila euro recuperati del piano triennale 2021-2023.
Secondo il prorettore dell’Università di Palermo, la perdita tra il 2010 e il 2015 è stata di oltre il 20%.
Gli universitari lamentano, inoltre, carenze come risorse sull’ascolto psicologico, sui servizi di biblioteca e cablaggio wifi.
Flc Cgil: “Quadro generale drammatico”
Scoppia la polemica, dunque, e a fare da portavoce è il segretario generale Flc Cgil Palermo Fabio Cirino: “È un quadro generale drammatico, che spinge a una mobilitazione permanente con assemblee in tutti i luoghi di lavoro, che abbiamo già convocato nelle scuole, per preparare uno sciopero generale. Impossibile andare avanti così tra tagli indiscriminati, zero investimenti e differenze che aumenteranno sempre di più con il disegno separatista dell’autonomia differenziata”.