Ormai da tempo gli Archi della Marino, simbolo architettonico di Catania, son la centro di numerose discussioni. Qual è il loro destino? Verranno abbattuti? La nuova riqualificazione ha diviso l’opinione pubblica e le istituzioni, sollevando dubbi e perplessità sul futuro della limitrofa zona costiera.
Il nuovo Piano regolatore del Porto di Catania segna l’inizio di una vera e propria rivoluzione, in positivo e in negativo, per l’area portuale. L’obiettivo è quello di trasformare tutta la zona in un hub moderno e integrato con la città. Il piano, la cui approvazione è attesa entro un anno, prevede un ambizioso pacchetto di investimenti pubblici e privati, che raggiungono il miliardo di euro. Questo progetto mira a rilanciare il porto non solo dal punto di vista logistico, ma anche come punto di attrazione per il turismo crocieristico e le attività economiche.
Uno dei principali interventi previsti riguarda la creazione di un’area di ben 84.000 metri quadrati, dedicata all’accoglienza di grandi navi da crociera, comprese quelle che superano i 340 metri di lunghezza. Questa nuova area sarà affiancata da una moderna stazione marittima, di circa 5.000 metri quadrati, progettata per migliorare notevolmente i servizi dedicati ai passeggeri e fornire un’esperienza di alto livello ai turisti in arrivo. L’obiettivo è quello di raggiungere i 500.000 visitatori all’anno.
L’area portuale, infatti, non sarà più soltanto una zona di transito merci o imbarco, ma diventerà una porta d’accesso a Catania, con infrastrutture moderne e spazi dedicati all’accoglienza
La storica infrastruttura, che vide il primo passaggio di un treno il 19 luglio 1869, è un esempio unico di bellezza artistica e architettonica. E proprio per questo gli Archi della Marina non sono semplici arcate di pietra: sono testimoni di un’epoca, di un’identità che appartiene a tutti i cittadini Catanesi. I nuovi piani di riqualificazione sembrano essere ciechi davanti al grandissimo valore storico. Questo è l’ennesimo esempio di come, in nome del progresso e del profitto, si decida di cancellare i simboli che rendono Catania unica. I soldi spesi per la riqualifica potrebbero essere spesi per migliorare la nostra città. Piuttosto che mirare all’abbattimento un pezzo della storia catanese si potrebbe pensare alla sporcizia, che soffoca le strade o addirittura interi quartieri. Si potrebbero incrementare le squadre di pulizia e bonificare le aree più trascurate. Quartieri interi potrebbero essere rigenerati, offrendo un ambiente più vivibile e decoroso. Si potrebbe investire sulla rete di trasporti o sulla cura di aree verdi, troppe volte trascurare.
Recentemente l’associazione Free Green Sicilia ha richiesto ufficialmente che la storica sopraelevata ferroviaria di Catania, costruita ben 155 anni fa, venga inserita tra i beni da tutelare. Alfio Lisi, presidente dell’associazione, ha sottolineato come i 56 imponenti “archi” rappresentino uno dei simboli architettonici più celebri della città. Spinto da queste motivazioni, Lisi ha inoltrato una richiesta formale all’Assessore Regionale ai Beni Culturali e al Sovrintendente ai Beni Culturali e Paesaggistici di Catania, chiedendo che venga imposto un vincolo architettonico monumentale sugli archi, in linea con il “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” (D.L.vo n. 42 del 2004).
Ricordiamo che la la storica infrastruttura era stata già inserita, nel 2018 con un decreto regionale (D.A. n. 031/GAB del 3 ottobre 2018), tra i beni paesaggistici da proteggere.
Il vincolo architettonico monumentale è uno strumento fondamentale per garantire la conservazione e la fruizione del patrimonio storico e artistico. Esso limita il diritto di proprietà privata sui beni culturali e impone obblighi e restrizioni ai proprietari al fine di preservarne il valore storico, artistico e culturale riscrivi con parole diverse. Secondo il Ministero dei Beni Culturali i beni culturali vincolati non possono essere distrutti, danneggiati o utilizzati in modi non compatibili con il loro valore storico o artistico, né possono essere soggetti a interventi che compromettano la loro conservazione.
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