Serata di festa, quella di ieri sera per l’Università di Catania, con le celebrazioni di inaugurazione del nuovo anno accademico 2024-25, il 590° della storia dell’ateneo, il più antico della Sicilia ma anche tra i più antichi in Italia e in Europa. Nel 1434 fu il l re aragonese Alfonso il Magnanimo a volerne la fondazione. Ora inizia il conto alla rovescia per i 600 anni. A fare da sfondo alla serata di ieri la splendida location del Teatro Greco-Romano di Catania.
L’ inaugurazione è stata aperta con la sfilata di tutti i dipartimenti e del senato accademico che hanno preso posto al teatro e con un video che ha mostrato un excursus storico sulla storia dell’Ateneo, raccontata in maniera suggestiva e originale attraverso una narrazione fatta di testi, suoni, musica e danza dal prof. Emanuele Coco, con le incursioni sonore del musicista Puccio Castrogiovanni e le coreografie originali delle danzatrici del Collettivo SicilyMade Simona Miraglia, Silvia Oteri e Amalia Borsellino.
Spazio all’intervento ufficiale del Rettore, Francesco Priolo, al suo ultimo mandato quest’anno. Si tratta, quindi della sua ultima inaugurazione dell’anno accademico. Priolo ha esordito annunciando una grande novità di quest’anno: “Per la prima volta nella sua plurisecolare vicenda la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno accademico si terrà anche a Ragusa e Siracusa, città in cui si tengono corsi di studio. In tal modo vogliamo esprimere in maniera tangibile il nostro impegno nel valorizzare il territorio dell’Isola, recuperando l’antica vocazione del Siciliae Studium Generale, e la volontà di creare sinergie e opportunità di crescita reciproca, attraverso iniziative che abbiano un impatto positivo sulla società e sulle comunità locali”. Le cerimonie di inaugurazione a Ragusa e Siracusa si terranno rispettivamente il 4 e 11 ottobre.
Priolo ha, poi, proseguito, sottolineando i traguardi raggiunto dall’Università di Catania in questi ultimi anni, nelle sue principali missioni: “In questi ultimi cinque anni l’Ateneo ha goduto di una ritrovata stabilità di governo, di una nuova pacificazione e delle azioni coordinate di profondo cambiamento che sono state messe in campo. E significativi sono stati i risultati ottenuti nei settori che riguardano le sue principali missioni: Didattica, Ricerca, Terza missione e Internazionalizzazione. Tra questi, senza dubbio, un’offerta formativa che fosse più inclusiva e che rappresentasse una risposta alle richieste dei nostri giovani e delle loro famiglie, istituendo nuovi corsi di studio e aumentando al massimo quelli ad accesso libero, l’aumento delle immatricolazioni, le azioni di orientamento, il potenziamento dei laboratori didattici e dei tutorati, i servizi di trasporto urbano agevolato, l’estensione dei dottorati di ricerca e delle scuole di specializzazione”.
Priolo ha, successivamente, lasciato spazio al direttore generale Corrado Spinella che ha illustrato il rapporto quinquennale 2019-2024 che i presenti al teatro hanno potuto consultare anche sul cartaceo. “Nell’ultimo quinquennio, le entrate complessive registrano un robusto trend di crescita, essendo passate dai circa 252 milioni e mezzo nel 2019 ai circa 347 milioni e mezzo nel 2023, nonostante la quota derivante dai fondi ministeriali sia rimasta pressoché ferma intorno ai 160 milioni, rappresentando oggi solo il 46% delle entrate complessive”.
Non poteva mancare lo spazio agli studenti, i veri protagonisti dell’Ateneo, con Sara Zappulla, del Consiglio Nazionale Studenti Universitari. Un messaggio ricco di speranze, quello di Sara, portavoce di questa generazione che si impegna per migliorare l’Ateneo: “Le nostre aule sono piene di racconti, di narrazioni, di sogni e di speranze. Sono piene di studenti e studentesse che si impegnano per migliorare l’Ateneo e la vita dei colleghi, sono piene di gruppi che condividono passioni e interessi e che concepiscono ancora il futuro come esperienza collettiva. Sono piene di speranze per gli anni che verranno e per la regione in cui viviamo. Abbiamo fatto tanti passi avanti ma il tragitto è lungo e l’Ateneo potrà ancora, nei prossimi anni, progredire nella tutela del diritto allo studio, nella creazione di spazi sicuri per chi subisce dalle guerre che sconvolgono il mondo, nell’emancipazione di ciascuna e ciascuno di noi. Oggi celebriamo anni di storia, inauguriamo un nuovo anno di un Ateneo che dovrà rispondere a sempre più sfide in un mondo che cambia e a sempre più domande perché nelle storie quello che conta è soprattutto l’orecchio che ascolta”.
Intervento di Sara Zappulla che ha anche affrontato questioni importanti, come quella dei tirocini, con la speranza che, prima o poi, si possa parlare di un praticantato, finalmente retribuito.
Ospite d’eccezione della serata il prof. Carlo Vecce, dell’Università degli Studi di Napoli “L’ Orientale”. Vecce è tra i più importanti studiosi a livello internazionale della vita e dell’opera di Leonardo da Vinci. Nel suo intervento e nella sua lectio magistralis ha mostrato come la sua figura si può perfettamente attualizzare al contesto storico di oggi. “Le nuove scoperte ci rivelano che l’universalità è il carattere fondamentale della sua vita fin dagli esordi: le origini e il rapporto con la madre Caterina, la lotta per la libertà, la spinta a superare barriere, confini, pregiudizi. Ne emerge quindi un’interpretazione nuova della sua figura, che si proietta, moderna e attuale, sulle inquietudini del nostro tempo”.
È stata una delle tematiche più discusse all’interno dei locali dell’Ateneo. In molti ricorderanno la “acampada” degli studenti al Monastero dei Benedettini. Le manifestazioni pro Palestina sono continuate anche ieri sera, in via Vittorio Emanuele, proprio nei pressi dell’ingresso del Teatro Greco-Romano. L’ obiettivo degli studenti è sempre quello: sensibilizzare sul tema, coinvolgendo il più possibile anche i vertici e il resto del personale dell’Ateneo.
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