"Lo avevamo predetto, entro luglio il lago Pergusa sarebbe scomparso e la scomparsa è giunta prima", afferma Amato.
La terribile siccità che sta colpendo la Sicilia, in particolare la sua area interna, ha mietuto un’altra vittima: il lago di Pergusa, l’unico di origine naturale della regione e tappa fondamentale di riposo degli uccelli migratori.
“In queste ore, dopo mesi di agonia e dopo una incredibile settimana di irrespirabili miasmi, il lago di Pergusa è quasi completamente scomparso, al suo posto rimane una chiazza nerastra di fango umido che si sta essiccando al sole di questa estate appena iniziata“. Le parole di Giuseppe Maria Amato, referente Gestione risorse idriche di Legambiente Sicilia, affermano che la scomparsa del lago, sintomo della grave siccità dovuta al surriscaldamento globale, è stata indubitabilmente aggravata dalla totale disattenzione e dall’inerzia degli enti che, invece, avrebbero dovuto intervenire a vario titolo. E continua: “Su tutti un grande colpevolissimo assente: il governo Schifani“.
“Lo avevamo predetto, entro luglio il lago Pergusa sarebbe scomparso e la scomparsa è giunta prima, con il solstizio d’estate – aggiunge Amato –. Abbiamo chiesto per anni il ripristino del sistema di monitoraggio ambientale e la pulizia dei diversi canali che dal bacino naturale del lago portano l’acqua. Gli interventi di pulizia sono stati eseguiti solo in parte e in modo poco coordinato tra gli enti, tanto che sul fondo dei canali si osservano ancora accumuli di materiale solido che interrompono la discesa dei liquidi verso il lago. Se il tavolo fosse rimasto attivo, oggi avremmo almeno i dati della condizione in cui versa la falda“.
La siccità continua a devastare diversi settori dell’economia, a partire da quello agricolo e dell’allevamento: la mancanza di acqua ha azzerato i raccolti e gli agricoltori sono costretti a ricorrere ai ripari per salvare il poco che rimane, utilizzando autobotti per trasportare la poca acqua concessa.
Anche il settore turistico non rimane indenne a causa dei continui razionamenti della distribuzione di acqua e dell’aumento dei costi che questa drammatica situazione comporta.
Dal 1° Settembre 2023 il deficit di pioggia in Sicilia tocca circa 300 millimetri, nonostante maggio abbia portato più pioggia del solito. I 453 millimetri d’acqua, caduti sull’Isola negli scorsi 12 mesi sono di poco superiori a quella registrata durante la grande siccità del 2022. A Catania, per esempio, sono caduti 240 millimetri di pioggia, corrispondenti al 40% della norma, allineando la città ai livelli di alcune zone aride del Marocco o della Libia. E esemplare è anche la situazione della zona dell’Etna, dove normalmente piove molto, ma che in un anno hanno già perso ben 1145 millimetri di pioggia.
I bacini siciliani trattengono, ormai, meno di 300 milioni di metri cubi d’acqua: una tragedia.
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